venerdì 1 luglio 2011

Web di regime?

L’informazione è nuovamente sotto attacco. Dopo gli esempi che abbiamo avuto modo di descrivere su queste “pagine digitali”, è arrivato il momento degli attacchi alla rete.

A seguito della delibera 668/2010, la quale entrerà in vigore dal prossimo 6 luglio, l’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) diventerà giudice e censore del web, infatti essa potrà chiedere la chiusura od il blocco dei siti nei quali, sia stata segnalata una violazione ai diritti d’autore.
Il procedimento generato da questa norma è abbastanza curioso, in quanto consente, in pratica, ad un organo amministrativo quale è l’AGCOM, di comminare sanzioni senza l’intervento del sistema giudiziario.
Il tutto avverrà in termini brevissimi: Il gestore del sito che si accusa di contenere materiale protetto dal diritto d’autore avrà a disposizione 48 ore di tempo per rimuovere i contenuti illeciti; se quest’ultimo si ostina a non rimuovere il contenuto, l’Authority, dopo un contraddittorio tra le parti, di durata non superiore a cinque giorni, potrà procedere alla eliminazione dei contenuti.
Data la strettezza dei tempi a disposizione è palese quale possa essere la “qualità” del contraddittorio tra le parti, senza contare la questione inerente i tempi di notifica. In pratica si fa solamente il gioco del segnalatore, in quanto le possibilità di difesa sono pari a zero.

diritto-all-oblio-e-bavaglio-ad-internetTutto questo porterà ad un costante rischio anche per molti siti stranieri, da Youtube a Facebook: quanta gente posta video, immagini, canzoni sui propri profili di facebook? Milioni. A causa di questo verrà allora bloccato facebook appena l’immancabile artista tignoso farà, con estremo puntiglio, notare la cosa all’Autorità?

A questo vogliamo aggiungere un altro potenziale pericolo: l’AGCOM è TEORICAMENTE un organo indipendente, ma in pratica è di derivazione politica in quanto i suoi otto commissari sono eletti per metà dalla Camera dei deputati e per metà dal Senato, e il presidente è proposto direttamente dal Presidente del Consiglio.
Le possibilità che ci possano essere interventi “mirati”, fatti appositamente per contrastare un mezzo che è impossibile (fortunatamente) controllare in altro modo non sono aprioristicamente da escludere.
Forse la maggioranza ha preso atto di quanto sia stata importante la rete per far fallire il tentativo governativo di far saltare i referendum ed accelera in una direzione che le può permettere di controllare in qualche modo anche il Web oltre ai media tradizionali?

martedì 21 giugno 2011

Berlusconi e la verifica di governo

“La caduta del governo sarebbe un danno per il Paese”, “sarebbe una sciagura rimettere tutto in discussione con una crisi al buio, proprio ora che dobbiamo riagganciare la crescita. E non lasciare il Paese in balia delle ‘locuste della speculazione’”.
Queste sono le parole di Berlusconi appena pronunciate durante la verifica di governo al Senato, chiesta dal Presidente Giorgio Napolitano dopo l’uscita dal governo di Futuro e Libertà e l’ingresso della compagine dei “Responsabili”.

L’intervento del premier inizia con le seguenti parole: “Sono certo che il governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare. Le richieste di dimissioni sono un mero esercizio di propaganda”. Berlusconi continua affermando che “Vogliamo completare il nostro mandato fino alla scadenza naturale della legislatura. I cittadini potranno giudicare complessivamente il nostro operato attraverso le elezioni politiche generali. Non c'è alternativa a questo governo, le tre o quattro opposizioni sono divise tra loro e non sono in grado di esprimere un leader. Insomma le contraddizioni della minoranza sono più gravi dei travagli della maggioranza”.

Il timore di essere in balia dei suoi alleati sembra forte, il discorso, dai toni molto sommessi, ha mirato più che altro a tranquillizzare e rinsaldare le varie anime che compongono la maggioranza. La strategia della paura, vecchio cavallo di battaglia del cavaliere, si è esplicata anche oggi nel momento in cui ha definito “sciagurata” l’ipotesi di ricorrere alle urne. A nostro avviso l’unica cosa realmente sciagurata per il Paese è il costante immobilismo in cui si trova ormai da tempo questo governo, impegnato più che altro a trovare soluzioni ai problemi giudiziari del suo capo e ad effettuare costanti campagne acquisti nei due rami del parlamento.

Berlusconi ha proseguito il suo discorso parlando della riforma fiscale tramite il ridisegno dell'impianto delle aliquote: "Ce ne saranno solo tre e più basse" e della "revisione del patto di stabilità interno" per "premiare i comuni virtuosi" e "punire" quelli che non lo sono.
A queste parole l’Italia intera aspetta con ansia la prova dei fatti. In una situazione economica in cui la riduzione delle tasse sarebbe controproducente per il bilancio statale attendiamo la proposta concreta di Tremonti. Le parole sentite oggi sono solo propaganda.

Voglio un ministero sul mio pianerottolo!

Articolo 114 della Costituzione
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.
Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.

Continua la telenovela tutta italiana sullo smembramento dei ministeri.

Secondo l’intesa PdL – Lega, in merito alla questione dei ministeri al nord, si mira a dare la facoltà al governo di istituire "sedi di rappresentanza operative" in altre aree del territorio senza "oneri a carico dello Stato", questo "nel pieno rispetto dell'articolo 114 della Costituzione e del principio della complessiva intangibilità delle funzioni di governo e della unicità della sede in cui le stesse funzioni devono svolgersi".

A questo punto le domande da porsi sono molteplici: una sede di rappresentanza può essere operativa? Istituire nuove sedi può essere possibile “senza oneri a carico dello Stato”? Probabilmente si, ma questi oneri allora ricadrebbero sugli enti locali in cui tali “sedi di rappresentanza” verrebbero ad essere realizzati: in qualsiasi modo si giri la situazione le spese sarebbero elevate e, ovviamente, graverebbero sulle tasche dei cittadini.
A quanto ammonterebbero questi costi? Dare una risposta precisa ad una domanda del genere non è possibile, essendo molteplici le varianti in gioco. Uno studio de “Il Sole 24 ore” afferma che spostare 4 ministeri come sbandierato da Bossi domenica a Pontida, verrebbe a costare dai 2 ai 2,5 miliardi di euro all’anno mentre istituire le sedi di rappresentanza costerebbe almeno 11 milioni di euro all’anno.

Continuiamo a chiederci a chi gioverebbe una situazione di questo genere... Bossi continua ad affermare che in Europa si sta andando in questa direzione, citando ad esempio Germania ed Inghilterra; in verità la situazione che si sta verificando in Germania è l’assoluto contrario: Lo Stato tedesco, infatti, ha deciso di trasferire a Berlino i sei ministeri che sono rimasti a Bonn (in tutto vi sono 14 ministeri). I tedeschi, che pure stanno trainando la ripresa in Europa, sono convinti che la soluzione migliore dal punto di vista organizzativo ed economico sia l’accentramento dei dicasteri.

Quando erano i padani ad emigrare

Le guerre non sono mai giuste, le guerre non sono mai sante, a volte sono inevitabili, ma non sono mai democratiche, in quanto non sono mai “scelte” dal Popolo, il quale ne è sempre e solo vittima più o meno consapevole.
Vittime come gli immigrati libici che fuggono da un paese bombardato da “missioni di pace” cercando uno scampo o, più semplicemente, di rimanere in vita.
Le guerre non sono mai giuste perchè morire ammazzati non è mai giusto.
Fuggire dalla morte è sempre giusto, inevitabile ed umano.
Affermare che una guerra deve finire per dire basta alla sofferenza di un popolo è giusto
Affermare che una guerra deve finire perchè non vogliamo più immigrati è meno giusto.
Sentire un ministro della Repubblica che una guerra deve finire perchè non vogliamo più immigrati è ancora meno giusto.
Chiamare una guerra “missione di pace” non è né giusto né sbagliato, è semplicemente irrazionale.

lincitGiovedì 17 agosto 1893 nove operai italiani vengono linciati a morte da una folla inferocita, nelle saline di Aigues-Mortes, in Camargue, Francia. Il massacro si consuma dopo una violenta caccia all'italiano da parte dei manovali francesi, che provocano la morte di un numero imprecisato di emigrati piemontesi, lombardi, liguri, toscani.
Il sindaco della città aveva appoggiato le proteste dei manovali francesi contro gli "intrusi" lavoratori italiani anche con atti ufficiali che furono affissi sui muri della città e che ebbero questo tragico risultato.

i francesi avevano sempre avuto qualcosa da rimproverare agli italiani. Tutti ladri e puttane, protettori e fannulloni.” - La Triplice Alleanza tra Italia, Austria e Prussia.

E’ passato più di un secolo da quel triste giorno e, ovviamente, le cose si dimenticano. Chissà se tra quelle povere vittime vi fu anche l’avo di qualche odierno “leghista”.

Chissà cosa direbbe un leghista se sapesse che, tra il 1876 ed il 1915, 6113545 persone sono emigrate dalla Padania?
Chissà cosa direbbe un leghista se sapesse come venivano chiamati gli emigranti italiani:
BABIS: rospi (Francia, fine Ottocento)
BOLANDERSCHLUGGER: inghiotti-polenta (Basilea e Svìzzera tedesca)
GREASEBALL: palla di grasso o testa unta (per lo sporco più che per la brillantina, Usa)
KATZELMACHER: fabbricacucchiai (Austria e Germania; nel senso di stagnaro, artigiano di poco conto ma anche «fabbricagattini» forse perché gli emigrati figliavano come gatti)
ZYDROONESCHITTLER: scrolla-limoni
SPAGHETTIFRESSER: sbrana-spaghetti

Chissà cosa direbbe un leghista se sapesse che, quello che ora tocca ad un immigrato libico, in passato è toccato a migliaia di padani....
Chissà cosa direbbe un leghista.....
..... probabilmente starebbe zitto.

lunedì 20 giugno 2011

Misteri e Ministeri

Meno male che quest’anno si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia!
Non ne abbiamo ancora sentite abbastanza: i problemi veri e seri del paese continuano a passare in ennesimo piano, considerando quali sono le cose che stanno a cuore dei personaggi che ora ci governano.

Lo spostamento di alcuni ministeri al “Nord” continua ad essere un tema caldo. Ci auguravamo che si trattasse di una boutade figlia del trauma elettorale subito dal centrodestra, invece si tratta di una proposta ancora ben presente. Come se spostare 3 ministeri fosse la soluzione di tutti i mali del paese...
Ci chiediamo cosa passi nella testa di alcune persone, come sia possibile turlupinare gli italiani con queste tematiche senza alcun senso... Probabilmente alla Lega sta a cuore questo tema perchè i suoi organi dirigenti hanno una serie di conoscenze che vorrebbero piazzare in qualche ministero locale? Non vediamo molte altre spiegazioni plausibili, considerando l’enorme spreco di denaro pubblico che una tale operazione implicherebbe: spostare un ministero significa spostare tutta una serie di strutture, infrastrutture, impiegati eccetera... tutte cose che, come sempre, vanno ad infilare la mano nelle tasche di chi scrive, di chi ora sta leggendo questo articolo, e di tutti gli italiani che fanno il loro onesto dovere di contribuenti.

Sono già molte le voci che si stanno sollevando e le azioni che si stanno preparando all’interno della maggioranza per ostacolare questa proposta che è sempre più simile ad una trovata pubblicitaria di bassa lega. Domani, durante la verifica di maggioranza si saprà chi è favorevole e chi è contrario alla “proposta” leghista, ma il solo fatto che personaggi politici profumatamente stipendiati con i nostri soldi sprechino il loro tempo anche solo a pensare ad una simile sciocchezza ci fa ritenere sempre più come l’unica strada percorribile dignitosamente per il nostro paese siano le elezioni anticipate.

venerdì 17 giugno 2011

Verifica. E dopo fiducia o cosa?

22 giugno.
Questa è la data in cui il premier Berlusconi si presenterà alla Camera dei Deputati per la verifica chiesta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La verifica è stata chiesta dopo le nomine dei nuovi sottosegretari nominati dal governo e mira a rendere chiaro lo stato di salute ed i numeri della maggioranza.
Il modo in cui si terrà la verifica è ancora da definirsi: il governo attende le mosse dell’opposizione, la quale deciderà solo nei prossimi giorni quali mosse adottare.

L’aria che si respira fa presagire che non ci sarà una esplicita mozione di sfiducia da parte dell’opposizione: il centrosinistra è convinto che il governo, nonostante le recenti sconfitte elettorali, possieda ancora i numeri in Parlamento.
Ago della bilancia è, stavolta come in molte altre occasioni per il governo, la Lega. Domenica a Pontida si scopriranno le carte in merito alla loro strategia politica ed alle richieste che muoveranno sicuramente e fermamente al PdL ed al Governo tutto.

L’opposizione definirà le sue mosse dopo questo appuntamento. Le parole di Berlusconi pronunciate dopo il consiglio dei Ministri lo dipingono ''intimamente convinto che non ci sia un'alternativa per l'Italia a questa maggioranza e a questo governo". Di certo in parlamento sarà molto difficile raggiungere accordi per eventuali governi tecnici o che non prevedano Berlusconi come premier.
Il Parlamento, però, non è più secondo noi espressione dell’opinione del popolo italiano. Cercare e trovare una strada per andare alle urne è, a nostro avviso, l’unica strada possibile. Per questo ci auguriamo che il centrosinistra vada in questa direzione, senza cercare improbabili aggregazioni al solo scopo di raccogliere tutte le forze contrarie a Berlusconi. Come hanno dimostrato le elezioni amministrative sono la coerenza e la programmazione che portano alla vittoria, unite al fondamentale apporto democratico delle elezioni primarie. Seguire questa strada, realizzare un programma di governo serio, incentrato sui cittadini e sul lavoro (cosa che con la destra non si è mai vista e realizzata) e dialogare criticamente e costruttivamente con le forze politiche omogenee. Questa è l’unica strada. La storia lo ha dimostrato... non dimentichiamocene ancora una volta!

mercoledì 15 giugno 2011

Riforma elettorale: depositato al Senato disegno di legge PdL

Dopo gli “schiaffi” elettorali subiti nell’ultimo mese il governo sta iniziando le manovre per cercare di rimanere a galla.
Oggi è stato depositato al Senato il disegno di legge di modifica delle legge elettorale, primo firmatario il vicecapogruppo vicario PdL Quagliariello. L’obiettivo principale del disegno di legge è l’introduzione anche al Senato del premio di maggioranza che verrebbe attribuito su base nazionale. Come ciò possa avvenire, essendo il Senato eletto a base regionale, è tutto da vedere; i documenti inerenti la proposta saranno resi noti in settimana, dopodiché si potrà avere una maggiore indicazione in merito.
Di certo rimane la prospettiva delle liste bloccate (cioè senza le preferenze, in quanto rimarrà la situazione per la quale non è l’elettore a scegliere i candidati, ma saranno sempre imposti dalle graduatorie stabilite dalle forze politiche), ma con un numero minore di candidati.

riforma-475Le prime reazioni sulla proposta sono abbastanza chiare. Dall’opposizione si è espresso in materia il leader dell’Italia dei Valori Di Pietro: "Magari si facesse, ma temo che con questo governo e questa maggioranza la riforma elettorale non si farà"; "Vedo che ci sono alcune proposte di riforma, mi sembrano solo scuse per non andare a votare più che che una vera espressione della volontà di fare la riforma. Non vorrei che sia una furba giustificazione per realizzare un governo tecnico e non andare alle elezioni".
Anche all’interno della maggioranza non mancano le voci “scettiche”: Reguzzoni, Presidente dei deputati della Lega Nord alla Camera, ha lapidariamente commentato che la riforma elettorale "E' l'ultima cosa che interessa i cittadini".

Di certo l’attuale legge elettorale è denominata “Porcellum” non a caso... ma siamo convinti che sia meglio andare alle urne il prima possibile per iniziare ad affrontare in fretta i reali problemi del paese, in primis il lavoro e l’occupazione. Questa è la priorità, tutto il resto (dalla legge elettorale alla abolizione delle provincie, tutte proposte che stanno proseguendo il loro iter) passa in secondo piano.

martedì 14 giugno 2011

E ora Elezioni Anticipate!!!!

«Ricordate di non prendere mai sul serio chi si prende troppo sul serio. L'autoironia è sempre fondamentale».
Queste parole sono state pronunciate ieri da Berlusconi durante la conferenza stampa con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La differenza tra autoironia ed idiozia a volte ci sfugge... e questa è una di quelle volte in cui fatichiamo a trovare la fine dell’una e l’inizio dell’altra.
Come è ormai noto, il “nostro” premier ha avuto modo di dare ancora una volta spettacolo durante l’incontro col capo del governo israeliano, commentando in maniera finissima e da vero critico d’arte uno splendido quadro di Andrea Appiani, presente a Villa Madama (alle spalle dei due presidenti durante la conferenza stampa): il “Parnaso”; «Il presidente mi ha chiesto che quadro fosse, io mi sono informato e posso dargli una risposta: è di Andrea Appiani e rappresenta il Parnaso, ovvero il bunga bunga del 1811» sono state le parole di Berlusconi.

ELEZIONIANTICIPATENonostante i forti segnali che arrivano dal paese, un paese ormai esasperato da una politica lontanissima dai problemi della gente comune, l’unica cosa che non manca mai, anche nelle occasioni meno opportune, è la battuta inopportuna del premier. Evidentemente nessuno ha mai avuto l’ardire di spiegargli le differenze che ci sono tra un importante incontro politico e le cene “a tema” a cui è abituato. La cosa più inquietante è che non si rende conto della miriade di figure barbine che l’Italia è costretta a fare al cospetto della comunità internazionale (Dall’Obama “abbronzato” al Berlusconi che fa le corna durante una foto ufficiale del vertice NATO). In quale altro stato democratico un individuo del genere sarebbe mai stato capo del governo per 14 anni?

Ormai il dato è stato tratto: dalle elezioni amministrative al referendum, l’Italia ha risposto “presente!” e la voglia di cambiamento è grande. A questo punto il prossimo obiettivo è ottenere Elezioni Anticipate!

lunedì 13 giugno 2011

Referendum: vittoria del popolo!

Nonostante gli innumerevoli tentativi di farlo saltare, nonostante la scarsità di informazioni sui canali mediatici canonici, nonostante le date errate comunicate dai TG, nonostante le dichiarazioni di inutilità, incoerenza, pretestuosità e chi più ne ha più ne metta.... il quorum è stato raggiunto!

Le buone avvisaglie già si sono sentite domenica mattina, con la percentuale di votanti già sopra all'11%, e da quel momento in avanti è stata una trionfante cavalcata verso quel quorum che non si raggiungeva dal 1995.
referendum-2011Oltre il 57% è il dato conclusivo, con l'importante "ciliegina" rappresentata dal raggiungimento del quorum in tutte le regioni italiane. Il messaggio è forte e parte da tutta Italia: ci siamo rotti di veder soffocata la nostra voce, è ora di gridare forte le nostre opinioni, soprattutto quando queste sono scomode per chi ci governa.

I pidiellini stanno già iniziando a sminuire il risultato... è ovvio, visto che i risultati sono un ulteriore schiaffo alla politica di questo governo (politiche energetiche e giustizia sono argomenti forti ed è forte il messaggio degli italiani: "quello che state facendo non ci sta bene!"). Lungi da noi l'idea di strumentalizzare il nobile istituto referendario, ma è inevitabile che la pronuncia del popolo sovrano abbia una valenza politica ed ancora più forte è il messaggio congiunto elezioni amministrative + referendum.
Ovviamente il governo non si farà da parte, nell'Italia del berlusconismo la dignità delle dimissioni non esiste... e prepariamoci ad altri colpi di teatro da parte di questa maggioranza minoritaria senza farci incantare da altre promesse da marinaio che non faranno altro che spingerci nel baratro (chi crede nella riduzione delle tasse e nella riforma fiscale favorevole al cittadino o è un utopista o è uno che punta alla sciagura del Paese).

La vittoria oggi sta tutta in un popolo che vuole riprendersi in mano il suo destino, stufo delle urla, delle promesse che durano il tempo di un respiro, degli editoriali di Libero che sprigionano sciocca sfiducia nelle capacità intellettive di noi Italiani.

A 150 anni dall'Unità d'Italia riuniamoci in nome del popolo e cacciamo chi ha trasformato in aceto il nostro buon vino.

Pagina dei risultati dei 4 referendum

Habemus quorum!!!

Risultati Definitivi dei 4 referendum del 12-13 giugno 2011

REFERENDUM

Progress risultati

percentuale votanti

SI (definitivi)

Referendum 1 – Servizi pubblici locali acqua 8.092 comuni su 8.092

54,81%

95,35%

Referendum 2 – Tariffa acqua 8.092 comuni su 8.092

54,82%

95,80%

Referendum 3 – Nucleare 8.092 comuni su 8.092

54,79%

94,05%

Referendum 4 – Legittimo impedimento 8.092 comuni su 8.092

54,78%

94,62%

domenica 12 giugno 2011

L’affluenza in tempo reale

Prosegue lo screening de “La parola ai cittadini” sull’affluenza alle urne per i 4 referendum.
Gli aggiornamenti sono in tempo reale (aggiorna il tuo browser premendo F5)

I risultati definitivi sono consultabili seguendo questo link

Dati ufficiali affluenza ore 22.00

REFERENDUM
AFFLUENZA – ore 22
Referendum 1 – Servizi pubblici locali acqua
41,14%
Referendum 2 – Tariffa acqua
41,14%
Referendum 3 – Nucleare
41,11%
Referendum 4 – Legittimo impedimento
41,10%

Referendum: buona affluenza e quorum più vicino!

E’ arrivato il grande giorno: le urne sono aperte dalle ore 8 di stamane e lo saranno fino alle 22, per poi riaprire domani alle 7 fino alle ore 15.

La battaglia, come è noto, si svolge sul quorum; la sensazione che si ha da molte parti è che finalmente, dopo molti anni, la possibilità di raggiungerlo sia concreta. La cosa principale da tenere in considerazione è che, prima che una implicazione politica, i referendum hanno ed avranno una influenza decisiva sulla vita dei cittadini.

Dati sull’affluenza:
Ore 13.29 - Dati definitivi comprendenti il 100% dei comuni: affluenza sopra l’11,63%

REFERENDUM AFFLUENZA – ore 12
Referendum 1 – Servizi pubblici locali acqua

11,64%

Referendum 2 – Tariffa acqua

11,64%

Referendum 3 – Nucleare

11,63%

Referendum 4 – Legittimo impedimento

11,63%

venerdì 10 giugno 2011

E’ finito il tempo delle parole. Ora è arrivato il tempo di agire!

4-si

Referendum: le quote dei bookmakers

A poche ore dall’apertura dei seggi per i referendum, i bookmakers inglesi aprono le giocate sulla vittoria del si o del no.

Secondo i bookmakers, in vantaggio è il “”, con una quota fissata a 1.50, mentre la vittoria del “no” è l’esito meno probabile, a 5.50.
Maggiore incertezza viene prospettata sul raggiungimento del quorum: il rischio che non si raggiungerà il 50% più uno degli aventi diritto al voto è quotato a 2.10.

giovedì 9 giugno 2011

200 religiosi in piazza per i referendum

Anche i religiosi si mobilitano in vista dei referendum di domenica e lunedì prossimi.
Circa 200 religiosi, in rappresentanza di quasi tutte le regioni italiane, hanno dato vita a Roma, in piazza San Pietro, ad una manifestazione del digiuno e della preghiera per dire “Si” ai referendum.

E’ la prima volta che si realizza una manifestazione di questo genere ed è anche grazie alla presa di coscienza del problema da parte della Chiesa Italiana. Da questo appuntamento emerge chiaramente il forte messaggio che si vuole dare: “Non andare a votare è la scelta sbagliata”.

I religiosi si sono mobilitati per i referendum sull’acqua e sul nucleare, ma, a titolo personale, molti si sono espressi chiaramente anche per l’abolizione della norma sul legittimo impedimento.

Ci auguriamo che questo messaggio forte sia sentito da tutti coloro i quali hanno ancora dubbi sull’andare o meno a votare. La partecipazione attiva del cittadino è importante perchè il potere che hanno gli uomini politici viene da noi, e a noi spetta utilizzare con rispetto e puntualità gli strumenti che la democrazia ci offre per esprimere le nostre opinioni.

mercoledì 8 giugno 2011

I vassalli del piccolo cavaliere

La paura fa 90.
E’ questo il primo pensiero che ci viene spontaneo dopo il raduno di valvassori e valvassini del Piccolo Cavaliere organizzata dall’uomo che, nonostante la mole, emerge dalle sue morbide poltrone solo nei momenti di peggiore crisi del centrodestra, i momenti in cui può ergersi e sentirsi come “colui che porta la parola”. D’altronde è una tipica deformazione dei destrorsi quella di sentirsi una parte o il tutto di qualche pagano tipo di divinità.

Stiamo parlando dell’appuntamento organizzato stamane da Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio e consigliere politico di Berlusconi, presso il Teatro Capranica di Roma, in cui un manipolo di fedelissimi di inequivocabile portata quali Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro, Alessandro Sallusti e Mario Sechi hanno dato vita ad un proto-requiem dell’attuale “dirigenza” del PdL.

La rumorosa compagnia ha dato vita ad un appuntamento a metà strada tra la seduta psicoanalitica e la dichiarazione di guerra.
Berlusconi è il convitato di pietra…. anzi, di cartone essendo presente una sagoma ad altezza naturale del premier (fortunatamente essendo, appunto, ad altezza naturale non è stata necessaria molta materia prima!) e visto che, quando il gatto non c’è i topi ballano, la compagnia ha dato il “meglio” di se con una serie di affermazioni che non pensiamo siano state molto gradite al padrone del partito.
”Si è perso perché Berlusconi non sceglie più in prima persona i candidati” è emerso… «Ovvio, ormai pensa solo ai fatti suoi. E te credo!» è il robusto commento di Feltri, il quale prosegue nelle sue raccapriccianti teorizzazioni affermando che tutti i mali sono nati dalla abrogazione dell’immunità parlamentare, la quale permetterebbe ai politici di lavorare tranquilli… di certo nessuno ha spiegato a Feltri che il modo migliore per lavorare tranquilli è non avere scheletri nell’armadio, non avere la possibilità di ricorrere all’immunità.

Gli interventi continuano all’insegna della profonda analisi politica; il neo sindaco di Napoli viene definito da Feltri come «il nuovo San Gennaro dei napoletani» e i suoi elettori se ne pentiranno quando vedranno i rifiuti arrivare al terzo piano dei palazzi.

Non mancano, ovviamente, i richiami al fascismo ed a Mussolini, immancabilmente interpretati dalle citazioni di Ferrara.

Si parla anche delle ipotetiche primarie del centrodestra (senza che emerga la paura di voti di infiltrati comunisti che aveva ventilato Berlusconi qualche giorno addietro, evidentemente ancora confuso dalla batosta elettorale), ritenute uno strumento utile ma che non può prescindere da Berlusconi stesso.

La festicciola prosegue per tutta la mattinata, fino a mezzogiorno, orario in cui era atteso ma non troppo Berlusconi stesso… sconsolati molti partecipanti hanno preso atto del forfait del premier commentando che dopotutto, «quando ti fanno la festa sarebbe carino che tu almeno ci andassi».

Per il governo il parlamento è solo un ostacolo

Continua l’agonia del governo, che, dopo le recenti sconfitte elettorali, i sotterfugi per bloccare la libertà di voto dei cittadini sul referendum, le deliranti proposte sullo spostamento al nord di alcuni ministeri, inizia a raccogliere i frutti di quanto ha seminato:
Governo e Maggioranza sono stati sonoramente battuti al Senato (fino ad oggi considerato il ramo del parlamento meno “problematico” per il governo) su un emendamento al decreto legge anticorruzione.
L'emendamento era interamente sostitutivo del primo articolo del decreto e prevedeva l'istituzione di un comitato di coordinamento anti corruzione presieduto dal presidente del Consiglio. Il presidente di turno, Domenico Nania, ha sospeso la seduta. Alla ripresa la maggioranza è andata di nuovo sotto su un altro emendamento.
Il governo, a seguito di questa ennesima débâcle ha deciso, alla riapertura pomeridiana della seduta, di presentare un emendamento per l'introduzione di un articolo aggiuntivo sul coordinamento anticorruzione, dopo la cancellazione dell'articolo 1 che affidava, appunto, questo organismo direttamente alla presidenza del Consiglio.

Le opposizioni insorgono, in quanto chiedevano opportunamente il rinvio del provvedimento in commissione per la riformulazione dell'articolo 1. In questo modo emerge evidente come il governo non intenda accettare il voto dell’aula e procedere per la propria strada. La soluzione posta in essere dal governo in merito consiste nel fatto che l'Aula riprenderà da domani l'esame degli emendamenti e dall'art.2 in avanti. Contemporaneamente l'emendamento del governo aggiuntivo all'art.1 sarà discusso in commissione.

Ovviamente la maggioranza ha accusato l’opposizione di strumentalizzare l’accaduto, senza considerare che si tratta di un ennesimo fatto chiaro: i numeri della maggioranza sono sempre più volatili e legati agli umori dei suoi componenti.

''Il governo tragga le conseguenze, la maggioranza è senza più prospettive” ha commentato il segretario del Partito Democratico Bersani; mentre per il capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario, "il governo è stato battuto perché ormai è sotto la tenda ad ossigeno e la maggioranza gli sta togliendo quella poca aria che gli è rimasta. La caduta dell'articolo 1 del ddl governativo anticorruzione certifica che siamo ai titoli di coda della legislatura".

Da notare, inoltre, come durante i lavori dell'Aula, il Senato abbia approvato l'emendamento ''a prima firma Poli Bortone e Viespoli che obbliga coloro che occupano cariche pubbliche o assumono pubblici impieghi di giurare fedeltà alla Costituzione italiana". L'emendamento sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari ha trovato il voto contrario della Lega Nord.
La replica dell’esponente IdV Pardi non è tardata ad arrivare: “Eppure i ministri della Lega sulla Costituzione hanno giurato, gli impiegati invece non possono secondo loro farlo: evidentemente le poltrone ministeriali valgono più dei principi generali". Come è possibile non essere d’accordo?

martedì 7 giugno 2011

Calderoli all’assalto di Roma

Ancora una volta ci troviamo davanti all’ennesima carnevalata da parte del nostro “governo” (e le virgolette non sono un errore di battitura).
Il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli ha appena depositato all'ufficio centrale elettorale della Cassazione la richiesta per una "proposta di legge sulla territorializzazione dei ministeri e delle altre amministrazioni centrali". La raccolta delle firme per la proposta di legge di iniziativa popolare partirà, come ha annunciato lo stesso Calderoli, da Pontida il 19 giugno.

Si tratta chiaramente di una proposta di legge per far prendere vita all’ultimo desiderio leghista: trasferire ministeri ed altre amministrazioni centrali nel nord Italia.
E’ proprio quello di cui hanno bisogno i cittadini… con tutti i problemi del paese, dal lavoro ai conti pubblici questi signori a cosa pensano? A spendere altri soldi (veramente tanti) per poter dire “abbiamo un ministero a Milano!”. Ma è forse questo che desidera il popolo? E’ questo che desiderano gli elettori della Lega? Se è così è certo che si sono tutti bevuti il cervello a nostro avviso.

Le reazioni a questa comica iniziativa si sono già sollevate numerose:
Renata Polverini, presidente della regione Lazio ed esponente del Popolo della libertà, ha commentato: ''L'iniziativa del ministro Calderoli è inaccettabile, un affronto alla Capitale dove i ministeri hanno sede da sempre. Questa ostinazione alimenta solo divisioni nel Paese e distrae l'attenzione da questioni più urgenti e serie per i cittadini che devono essere affrontate”.
Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Italia dei Valori ha affermato: "Basta con le buffonate. I cittadini del Nord, come quelli del Centro e del Sud, vogliono che il governo affronti i problemi reali dell'Italia, che si occupi in particolare della crisi economica e del lavoro, non certo dello spostamento di ministeri".
Felice Belisario, presidente dei senatori IdV  rincara la dose: "Il governo non è scherzi a parte. Ormai siamo alle burletta. La lega fa finta di incassare qualche caramella da Berlusconi. Ma ormai non serve a niente. Domenica parleranno i cittadini con i referendum. E in ogni caso noi ci opporremo in ogni modo".

Oltre alla sostanza della proposta in sé, lascia ancora più di stucco il fatto che sia stata proposta da un ministro e, per giunta, dal ministro per la semplificazione. Evidentemente il concetto di “semplificazione” per Calderoli è qualcosa su cui sarebbe opportuno indagare profondamente….

Attendiamo nuovi sviluppi, consapevoli che, purtroppo, non c’è limite al peggio.

Anche la Corte Costituzionale ha detto si!

Finalmente possiamo affermare con certezza che anche il referendum sul nucleare si terrà regolarmente.
La Corte Costituzionale ha, infatti, appena ammesso il referendum così come è stato riformulato dalla Corte di Cassazione nella sua pronuncia della scorsa settimana.

I tentativi di boicottaggio da parte del governo si sono ancora una volta infranti di fronte alla legge (e ci auguriamo che non vi siano attacchi alla Consulta da parte di qualche esponente della maggioranza) e, finalmente, a 5 giorni dal voto, i cittadini hanno finalmente la certezza di poter esprimere la propria opinione.

Il comitato promotore ha rilasciato una nota nella quale scrive che "Dalla Consulta arriva l'ennesimo e definitivo stop alle pretese di un governo che con una mano lascia libertà di voto e con l'altra cerca con ogni mezzo di sabotare il referendum. Ora la parola passa ai cittadini".

La Corte Costituzionale ha deciso all’unanimità secondo quanto riportato da fonti vicine al supremo organo, ora non resta che attendere le motivazioni di tale decisione (redatte dal dal giudice Giuseppe Tesauro) che dovrebbero essere depositate in giornata.

Arrivederci Michele….

Ancora una volta abbiamo avuto la prova di quanto il servizio radiotelevisivo pubblico sia asservito ai desideri del governo: Michele Santoro e la RAI hanno deciso di separarsi “consensualmente” (almeno, questo è il termine usato nelle comunicazioni ufficiali); su quanto il consenso sia stato reciproco rimangono comunque molti dubbi: voci vicine al giornalista lo descrivono “rassegnato” a questa soluzione ed assolutamente non felice di quanto accaduto.

Ricordiamo che, dopo l’epurazione seguita al famoso Editto Bulgaro che aveva provocato la cacciata dalla RAI di Santoro, Biagi e Luttazzi, il giornalista salernitano era stato reintegrato in RAI a seguito di una pronuncia del giudice del lavoro che aveva ritenuto assolutamente privo di legittimità il suo licenziamento. Da allora la vita di Santoro in RAI è stata tutt’altro che semplice: ogni cosa veniva usata pretestuosamente per accusare il conduttore di “Annozero” di essere eccessivamente di parte ed i rapporti con gli organi dirigenti di Viale Mazzini (e del governo) sono stati sempre tesi.
Questo fino a che non si è arrivati al punto attuale, in cui Santoro ha molto probabilmente dovuto accettare la risoluzione consensuale del contratto.

Sicuramente il servizio pubblico non ci guadagna da questa vicenda, sia dal punto di vista del pluralismo dell’informazione, sia dal punto di vista economico: Santoro garantiva ad ogni messa in onda un numero di spettatori composto da circa 5 milioni di affezionati, come risulta dal seguente grafico che analizza l’andamento di Annozero degli ultimi 3 mesi.
SpettatoriAnnozero

Le analisi parlano di ascolti che, sullo stesso canale e nella stessa fascia orario, si aggirano mediamente intorno ai 2,5 milioni di spettatori quando non era trasmesso il programma di Santoro.
Ovviamente gli inserzionisti pubblicitari tengono conto degli ascolti nel momento di “aprire il portafogli” per acquistare spazi promozionali ed il mancato introito andrà, come sempre, ad influire nelle tasche dei cittadini oppure a diminuire la qualità del servizio pubblico radiotelevisivo.

Voci non confermate riportano che Santoro sia già in avanzati contatti con La7 ed oggi il giornalista dovrebbe dare maggiori informazioni sulla situazione durante una conferenza stampa in luogo ancora da definirsi, dopo che è stata annullata la conferenza stampa che avrebbe dovuto tenersi questa mattina alle 11 negli studi Rai di via Teulada.

Ancora una volta, possiamo dire in conclusione, il governo ha avuto un ruolo determinante nella vicenda. Che Santoro non fosse simpatico a Berlusconi è noto da tempo, ma imporre in maniera così forte il silenzio alle voci contrarie è un nuovo ed ennesimo esempio di quanto l’informazione di massa in Italia sia sempre più soggiogata al potere politico.

Lega in silenzio, PdL senza parole.

Il vertice di Arcore tra Pdl e Lega si è concluso e i dettagli sostanziali di quello che è emerso sono ancora pochi.
La sensazione è che non vi sia stata nessuna svolta epocale e nessuna decisione importante, se non uno scontato quanto inutile “andiamo avanti”.

Le tematiche in discussione erano essenzialmente due; sul fronte fiscale resiste saldamente la posizione di Tremonti: non c’è nessuno spazio per ridurre le tasse e, se si vuole raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014, è confermata la necessità di una manovra da 40 miliardi di euro. La riforma fiscale sbandierata dal premier dopo i ballottaggi rimane una semplice scatola vuota nella quale nessuno può dire se e come verrà riempita.

L’altra promessa fatta qualche giorno fa, cioè il passaggio di qualche ministero (o ufficio ministeriale) al Nord, non è stata maggiormente specificata. La proposta, nata con l’intento esclusivo di compiacere Bossi & C., è già stata ampiamente criticata anche da molti esponenti di Centro Destra, quali Alemanno. La totale inutilità di questa iniziativa è palese e comporterebbe solo un aumento dei costi della pubblica amministrazione con ulteriori aggravi sui cittadini, i quali di questo non hanno assolutamente bisogno!

A fine summit è toccato al neo segretario pdl Alfano rilasciare le dichiarazioni di rito: "Il rapporto fra tra Berlusconi e Bossi è solido", "Si è ulteriormente rafforzata la volontà di arrivare a fine legislatura". Tutte frasi di circostanza che non aggiungono nulla. Ciò che aggiunge qualcosa è, invece, il silenzio di Bossi e della Lega: dopo il vertice il Senatur e i colonnelli leghisti si chiudono a via Bellerio e, alla loro uscita, nessuno apre bocca.
La sensazione che la misura sia colma per la Lega si fa sempre più corpo. Le prossime verifiche del governo diranno se e come ci sarà ancora un futuro per questo governo.

domenica 5 giugno 2011

Referendum: Altre menzogne

Abbiamo parlato molto del nucleare, abbiamo lottato insieme a centinaia, migliaia di altre persone per dare un piccolo contributo alla sovranità popolare…
Abbiamo avuto fiducia in un paese nonostante tutto, convinti che la forza del popolo sia più forte degli interessi personali…
Abbiamo gioito di fronte alle azioni importanti intraprese da chi crede ancora che il governo debba essere nell’interesse del popolo…

Ancora una volta, però, abbiamo avuto ulteriore dimostrazione di come il potere esecutivo sia in mano a quella che non è eccessivo definire una dittatura, il potere legislativo è schiavo dello stesso esecutivo a causa dell’abusatissima decretazione di urgenza ed il potere giudiziario rischia sempre più di essere sottomesso ai desideri del governo; e, a questo, si aggiunge un’altra “perla” che non può lasciare indifferenti: nonostante le ultime parole sul referendum pronunciate due giorni fa da Berlusconi in cui affermava: ”ci asteniamo dal prendere posizione e ci adegueremo alla volontà dei cittadini”, è emerso da poche ore che il 1° giugno il premier ha chiesto all’Avvocatura generale dello Stato, di “intervenire” all’udienza della Corte costituzionale sull’ammissibilità del nuovo quesito sul nucleare dopo il via libera dato dall’Ufficio per il referendum della Cassazione. Dalla missiva in questione, firmata da Gianni Letta, emerge chiaro il mandato e l’obiettivo di Berlusconi: “evidenziare l’inammissibilità della consultazione”. Insomma, gli avvocati dello Stato chiederanno che i cittadini non possano votare sul nucleare. Tutto questo accadrà martedì 7, giorno in cui la Consulta analizzerà la richiesta dell’avvocatura di stato, la quale sostiene che quanto ha deciso la CentraleTrinoCassazione è illegittimo, in quanto sconfinerebbe nella valutazione sostanziale (invece che limitarsi all’analisi ed al giudizio sugli aspetti formali) ed, inoltre, che con il Decreto Omnibus il Governo ha modificato sostanzialmente le norme precedenti, oggetto del referendum, e per questo gli elettori voteranno un quesito “del tutto difforme rispetto a quello in base al quale sono state raccolte le sottoscrizioni necessarie allo svolgimento”. Con la decisione della Cassazione, inoltre, secondo l’avvocatura è cambiata la natura stessa della consultazione “che non è più abrogativa ma propositiva, se non consultiva…poiché non deriva dai commi 1 e 8 dell’articolo 5 la possibilità di realizzare centrali nucleari, né di dar corso ad una politica energetica fondata sul nucleare ne consegue che ciò che si chiede all’elettorato è di esprimersi sull’opportunità che in futuro, sulla base di nuove scelte, l’Italia adotti una strategia energetica”.

A questo punto i tentativi di boicottaggio sul referendum sono talmente tanti che viene spontaneo sospettare che il governo non voglia solo far saltare i referendum per evitare l’abrogazione del legittimo impedimento, ma che dietro a tutto questo (non dimentichiamo la scarsissima informazione e le costanti accuse dell’Agcom sulla mancanza di notizie accessibili sul referendum sui canali RAI) ci siano degli interessi economici enormi e ben precisi. Non dimentichiamo quanto “firmato” dal governo con l’azienda francese Edf (maggiori informazioni seguendo questo link) e chissà a fronte di quali interessi personali…. è chiaro come per l’ennesima volta chi ci governa ha pensato di guardare al proprio interesse sulla pelle di noi cittadini.

Non so cosa debba ancora accadere…….

giovedì 2 giugno 2011

Le menzogne del premier sul nucleare

Dopo i tentativi legali e quelli divulgativi è arrivato il momento di un altro tipo di boicottaggio per i referendum: il boicottaggio della disinformazione economica.

In un incontro con il presidente argentino Cristina Kirchner, Silvio Berlusconi ha dichiarato che “I costi dell'energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare”, sottintendendo in maniera per nulla velata che se gli italiani vogliono delle bollette energetiche meno care devono dire si al nucleare.

Facendo dei rapidi ma verosimili calcoli, basandoci sulle esperienze estere, costruire una centrale nucleare EPR (European Pressurized Reactor o Evolutionary Power Reactor), la tipologia ipotizzata per l’Italia, costerebbe non meno di 10-15 miliardi di euro per la pura e semplice costruzione.
Una centrale nucleare, ovviamente, ha bisogno del suo “combustibile”: l’uranio. In Italia non esistono miniere di uranio, quindi saremmo costretti ad acquistarlo dall’estero essendo, di conseguenza, soggetti alle leggi del mercato. Al giorno d’oggi l’uranio costa 400 dollari al chilo, pari a 290 euro al cambio attuale (ed essendo una risorsa scarsa, il prezzo tenderà ad aumentare). Essendo necessario l’uranio arricchito, ogni anno bisognerà comprare circa 200 tonnellate di uranio “normale” per ogni singola centrale, con una spesa di circa 56 milioni di euro.
Le centrali nucleari hanno una vita media di 25-30 anni, dopodiché devono essere smantellate: questo processo costa indicativamente tra i 40 ed i 70 milioni di euro. A questo dobbiamo aggiungere le spese dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, rifiuti che ammonteranno praticamente alla stessa quantità di uranio immesso nel processo: trovare un luogo idoneo allo smaltimento è praticamente impossibile, in quanto deve essere una zona non sismica, lontano da qualsiasi presenza d’acqua e con un terreno molto compatto. In questo luogo dovrebbero trovare sistemazione ogni anno circa 200 tonnellate di uranio esausto (ma ovviamente, ancora radioattivo, è bene non dimenticarlo) stoccati in barili di 500-1000 Kg.
Il trasporto dovrebbe avvenire con le massime cautele, con mezzi protetti e lontano da umidità. Il costo di una tale operazione è incalcolabile se svolto in sicurezza.
Un progetto francese di realizzazione di un “caveau” di smaltimento scorie posto sotto 500 metri di roccia preventiva una spesa di 60 miliardi di euro per la sola costruzione.

Facendo a questo punto un rapido calcolo possiamo affermare che una centrale costa in 30 anni:

  • 10-15 miliardi di euro per la costruzione
  • 1680 miliardi di euro per l’acquisto dell’uranio
  • 40-70 miliardi di euro per lo smantellamento
  • 60 miliardi per la sola realizzazione di un caveau di accoglimento scorie

Per un totale di 1790-1825 miliardi di euro (senza contare le incalcolabili spese effettive di smaltimento scorie) che verrebbero in grandissima parte esborsati dai contribuenti italiani.

I dati raccolti sono riferiti ad una ipotetica centrale che produrrebbe ogni anno 800Mw; un generatore eolico che produce 1Mw costa circa 1 milione di euro. Facendo un calcolo semplicistico, per ottenere 800Mw di energia eolica è necessario un investimento di 800 milioni di euro, per ottenere la stessa energia con il nucleare servono almeno 60 miliardi di euro.

Ancora una volta, alla resa dei conti, il governo sta tentando di boicottare il referendum facendo passare il falso messaggio che col nucleare ci saranno bollette meno care. A questa ennesima falsità rispondiamo che l’unico modo per vedere diminuire i costi in bolletta è l’utilizzo delle risorse naturali del nostro bel paese.
Per l’Italia il futuro è rappresentato da sole, aria e acqua, non dall’uranio… e se la Germania ha da poco annunciato il suo piano di smantellamento totale del nucleare non vedo perché non dovremmo seguire il loro esempio, nella speranza che, un giorno, tutto il mondo si allinei al rifiuto del nucleare.

mercoledì 1 giugno 2011

Berlusconi prepara il suo addio?

Dopo lo schiaffo elettorale subito al primo turno, ed il “porgi l’altra guancia” dei ballottaggi, all’interno del governo iniziano a muoversi le prime pedine per tentare di risalire nei consensi.
E’ notizia di pochi minuti fa che sta per vedere la luce l’idea di Berlusconi di introdurre la figura del segretario politico all’interno del Pdl. Il nome più in auge è quello dell’attuale ministro della giustizia Angelino Alfano. Si dice che i coordinatori del popolo della libertà abbiano all’unisono optato per il guardasigilli per lo svolgimento del ruolo di guida politica nazionale del Pdl. Il segretario sarà coadiuvato nel suo lavoro da tre coordinatori, i quali avranno competenze settoriali, secondo quanto affermano fonti vicine all’ufficio di presidenza del Pdl.
VIA BERLUSCONI
Forse Berlusconi ha capito che, ormai, il suo nome e la sua reputazione hanno raggiunto abissi talmente profondi da non essere più spendibile come uomo immagine di un movimento politico.
Bisogna a questo punto vedere cosa ne sarà del sistema della destra, che ha sempre ruotato attorno alla figura ed alle disponibilità economiche di Berlusconi…. se si troveranno altri collanti per far stare ancora insieme il nazionalismo della destra estrema e l’indipendentismo leghista o tutto esploderà in una miriade di frammenti.

Nucleare: il nuovo referendum

La pronuncia della Corte di Cassazione è arrivata… il referendum sul nucleare SI FARA’!

Non eravamo certi di questo risultato, dobbiamo confessarlo. L’operazione di chirurgia legislativa compiuta dal centro-destra, il quale aveva legiferato in maniera fin troppo precisa e mirata per non essere un’operazione ad-hoc per evitare il raggiungimento del quorum, ci sembrava molto ben architettata… ma per fortuna ci siamo sbagliati.
Ha vinto la democrazia, intesa come governo del popolo, popolo sovrano che a questo punto deve ancor di più rispondere “presente”, per non perdere l’occasione di pronunciarsi sul proprio futuro. Troppo a lungo l’Italia sonnolenta ha preferito delegare le scelte importanti, ma questa volta è arrivato il tempo di riprendersi il mano il destino e fare delle scelte. Votare si o votare no non è l’aspetto focale, la prima cosa è far si che la gente sia consapevole dell’importanza del proprio voto e del far sentire la propria opinione, qualunque essa sia.

votocontoTornando alla notizia odierna, la Cassazione ha accolto le istanze del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, volte a trasferire le istanze referendarie sulla norma votata la settimana scorsa col voto di fiducia alla Camera. Ufficialmente, quindi, gli elettori che si recheranno alle urne troveranno, oltre alle schede con i quesiti sull'acqua e sul legittimo impedimento, anche quella sul quesito che chiede di bloccare i progetti nucleari del governo.

In proposito è opportuno sottolineare come le schede referendarie sul nucleare debbano essere ristampate in quanto gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulle nuove norme contenute nel decreto legge omnibus, convertito in legge dal Parlamento, in particolare i commi 1 e 8 dell'articolo 5 della legge n. 75 del 2011.
Questo provocherà un nuovo esborso di denaro pubblico che si sarebbe tranquillamente evitato senza l’ostinato tentativo di Berlusconi & C. di sabotare il referendum; inoltre si pone il problema di tutti gli elettori dei collegi esteri, in quanto in molti pare abbiano già votato con il testo del vecchio quesito.

Il nuovo quesito referendario dovrebbe avere il seguente testo:
Volete voi che sia abrogata la Legge 26 maggio 2011, n.75 recante “disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché' per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo”, limitatamente alle seguenti parti:
Articolo 5 comma 1: Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
Articolo 5 comma 8: Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali.

Il canto delle sirene e il canto del cigno

Finalmente si è chiusa la battaglia delle elezioni amministrative.
Tutti i partiti stanno facendo le loro riflessioni e le loro considerazioni. Il messaggio dato dagli elettori è chiaro e forte: la politica dei proclami (dal milione di posti di lavoro alla cancellazione delle multe) sta probabilmente vedendo la fine, così come la politica dell’immagine e la politica della paura (paura del comunismo, paura del “meridionale”, paura dell’immigrato, paura dell’omosessuale); finalmente pare che il popolo italiano inizi a capire che l’unica cosa che fa veramente paura è la situazione in cui si trova l’Italia dopo 17 anni di governo quasi continuato da parte di gente che ha ritenuto sufficiente imparare la politica mediante stage di marketing.
Ci auguriamo che questo processo sia appena iniziato… certo, ci sarà da aspettarsi il violento colpo di coda tipico dell’animale ferito, la ricerca del colpo sensazionale che possa (come è successo più volte) centrare lo stomaco dell’elettorato, e le prime dichiarazioni del premier su una riforma del fisco a prescindere dalle reali possibilità economiche della Nazione vanno in questa direzione.
Per questo motivo, ora più che mai, è necessario tenere occhi ed orecchie ben aperti… le sirene ammagliatrici stanno già preparando il loro canto ipnotico per condurre la nave italiana verso lidi a loro graditi.

Diamo il tempo ai nuovi amministratori locali di iniziare il proprio lavoro, dopodichè giudicheremo; l’operato di chi ci ha governato negli ultimi cinque lustri è sufficientemente chiaro da non dare adito a molti dubbi, a meno che non si voglia dolosamente negare l’evidenza.

I “nuovi” movimenti a “5 stelle” stanno dimostrando una grande capacità di urlare, ma una scarsa propensione a proporre, come è tipico di coloro che tentano di raccogliere i consensi sulla base di annunci ad effetto (sulla falsariga dei proclami berlusconiani) e di battute pseudo-comiche quali il recentissimo “Pisapippa” (degne della più bassa trivialità leghista e delle stucchevoli fibrillazioni di Fede quando storpia di proposito i nomi degli avversari politici del suo padroncino).

Ora cerchiamo di non dimenticarci un altro fondamentale appuntamento per il popolo italiano: il Referendum.
Le elezioni hanno, giustamente, concentrato su di esse l’opinione pubblica, ma ora è tempo di ritornare in azione affinché siano vittoriose l’informazione e la democrazia.

lunedì 30 maggio 2011

Ballottaggio: Risultati Definitivi

Risultati finali dei Ballottaggi in alcune delle principali città italiane
NAPOLI – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
LUIGI DE MAGISTRIS
65,37%
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
LISTA CIVICA - NAPOLI E' TUA
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
PARTITO DEL SUD
GIOVANNI LETTIERI
34,62%
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
FORZA DEL SUD - ALTRI
LIBERTA' E AUTONOMIA NOI SUD
LISTA CIVICA - LIBERI
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
LISTA CIVICA - INSIEME PER NAPOLI ...
PRI
LA DESTRA
LISTA CIVICA - GIOVANI IN CORSA
ALLEANZA DI CENTRO
TERZO POLO DI CENTRO - DEM.CRISTIA ...


MILANO – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
GIULIANO PISAPIA
55,10%
PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
LISTA CIVICA - MILANO CIVICA
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
LISTA MARCO PANNELLA - EMMA BONINO
VERDI ECOLOGISTI
LISTA CIVICA - MILLY MORATTI PER P ...
LETIZIA MORATTI
44,89%
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
LEGA NORD
LISTA CIVICA - MILANO AL CENTRO
LISTA CIVICA - IO AMO MILANO IO AM ...
LISTA CIVICA - PROGETTO MILANO MIG ...
PENSIONI E LAVORO
LA DESTRA
UNIONE ITALIANA
LISTA CIVICA - GIOVANI PER L'EXPO
NUOVO PSI
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
ALLEANZA DI CENTRO


VARESE – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
ATTILIO FONTANA
19420
53,89%
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
LEGA NORD
LUISA OPRANDI
16615
46,10%
PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
LISTA CIVICA - VARESE & LUISA
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI


CAGLIARI – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
MASSIMO ZEDDA
59,42%
PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
ROSSO MORI
LISTA CIVICA - MEGLIODIPRIMA NON C ...
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
FED.DEI VERDI
MASSIMO FANTOLA
40,57%
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
RIFORMATORI SARDI
UNIONE DI CENTRO
LISTA CIVICA - PATTO PER CAGLIARI
UDS - UNIONE POPOLARE CRISTIANA
LISTA CIVICA - GIOVANI CENTRO
PARTITO SARDO D'AZIONE
MPA MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE
FORTZA PARIS
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
LA DESTRA


NOVARA – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
ANDREA BALLARE’
52,91%
PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
PENSIONATI E INVALIDI
MAURIZIO FRANZINELLI
47,08%
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
LEGA NORD
LISTA CIVICA - INTEGRAZIONE SOLIDA ..


CROTONE – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
PEPPINO VALLONE
59,41%
PARTITO DEMOCRATICO
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
LISTA CIVICA - SIAMO CROTONE
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
LIB. E AUT. NOI SUD - UDEUR POP - ...
AUTONOMIA E DIRITTI
RIF.COM-COM.ITALIANI-ALTRI
SOCIALISTI
PSDI
DORINA BIANCHI
40,58%
SCOPELLITI PRESIDENTE
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
UNIONE DI CENTRO
LISTA CIVICA - SENATORE PAROLA DEL ...
LISTA CIVICA - CROTONE AL CENTRO
LISTA CIVICA - ALLEANZA PER SENATO ...
LISTA CIVICA - PER LA LEGALITA'
LA DESTRA
LIBERTAS DEMOCRAZIA CRISTIANA

TRIESTE – SEZIONI SCRUTINATE: 100%
CANDIDATO
VOTI
%
LISTE
ROBERTO COSOLINI
57,51%
PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' CON VENDOLA
ITALIA DEI VALORI - DI PIETRO
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
TRIESTE CAMBIA - LA LISTA CIVICA CON COSOLINI SINDACO
LIBERTA' CIVICA - CITTADINI PER TRIESTE
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
ROBERTO ANTONIONE
42,49%
PDL
LISTA CIVICA DIPIAZZA
LISTA ANTONIONE
PARTITO PENSIONATI
DESTRA SOCIALE - FIAMMA TRICOLORE