mercoledì 1 giugno 2011

Nucleare: il nuovo referendum

La pronuncia della Corte di Cassazione è arrivata… il referendum sul nucleare SI FARA’!

Non eravamo certi di questo risultato, dobbiamo confessarlo. L’operazione di chirurgia legislativa compiuta dal centro-destra, il quale aveva legiferato in maniera fin troppo precisa e mirata per non essere un’operazione ad-hoc per evitare il raggiungimento del quorum, ci sembrava molto ben architettata… ma per fortuna ci siamo sbagliati.
Ha vinto la democrazia, intesa come governo del popolo, popolo sovrano che a questo punto deve ancor di più rispondere “presente”, per non perdere l’occasione di pronunciarsi sul proprio futuro. Troppo a lungo l’Italia sonnolenta ha preferito delegare le scelte importanti, ma questa volta è arrivato il tempo di riprendersi il mano il destino e fare delle scelte. Votare si o votare no non è l’aspetto focale, la prima cosa è far si che la gente sia consapevole dell’importanza del proprio voto e del far sentire la propria opinione, qualunque essa sia.

votocontoTornando alla notizia odierna, la Cassazione ha accolto le istanze del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, volte a trasferire le istanze referendarie sulla norma votata la settimana scorsa col voto di fiducia alla Camera. Ufficialmente, quindi, gli elettori che si recheranno alle urne troveranno, oltre alle schede con i quesiti sull'acqua e sul legittimo impedimento, anche quella sul quesito che chiede di bloccare i progetti nucleari del governo.

In proposito è opportuno sottolineare come le schede referendarie sul nucleare debbano essere ristampate in quanto gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulle nuove norme contenute nel decreto legge omnibus, convertito in legge dal Parlamento, in particolare i commi 1 e 8 dell'articolo 5 della legge n. 75 del 2011.
Questo provocherà un nuovo esborso di denaro pubblico che si sarebbe tranquillamente evitato senza l’ostinato tentativo di Berlusconi & C. di sabotare il referendum; inoltre si pone il problema di tutti gli elettori dei collegi esteri, in quanto in molti pare abbiano già votato con il testo del vecchio quesito.

Il nuovo quesito referendario dovrebbe avere il seguente testo:
Volete voi che sia abrogata la Legge 26 maggio 2011, n.75 recante “disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché' per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo”, limitatamente alle seguenti parti:
Articolo 5 comma 1: Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
Articolo 5 comma 8: Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali.

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