lunedì 25 febbraio 2013

Le quote a pochi minuti dalla chiusura dei seggi

Ormai manca poco alla chiusura dei seggi ed i Bookmakers continuano ad accettare scommesse su chi sarà il nuovo presidente del Consiglio italiano.
Come emerge dai dati il politico dato per favorito è Bersani. La quota proposta, molto bassa, lascia intendere che per i bookmakers è praticamente certa la vittoria della coalizione di Centro-Sinistra.
Da osservare come si ritenga decisamente poco probabile la vittoria della coalizione guidata da Berlusconi (per ogni euro scommesso se ne vincerebbero rispettivamente 22 e 19, a seconda della casa di scommesse).
Grillo è notevolmente staccato (si noti come il M5S non abbia formalmente indicato un candidato premier) ed è importante notare come sia ritenuto il secondo in ordine di probabilità il nome di un politico non presente nell'elenco.

QUOTAZIONI BETFAIR

Pier Luigi Bersani - 1,14
Mario Monti - 12,9
Silvio Berlusconi - 22
Beppe Grillo - 36
Altri - 9,55


QUOTAZIONI BETDAQ

Pier Luigi Bersani - 1,14
Mario Monti - 10
Silvio Berlusconi - 21
Beppe Grillo - 34
Altri - 8,41

sabato 23 febbraio 2013

Elezioni: le quote dei bookmakers il giorno prima del voto


Ecco le ultime quotazioni  su chi sarà il futuro premier italiano:

QUOTAZIONI STANJAMES

Pier Luigi Bersani - 1,14
Mario Monti - 13
Silvio Berlusconi - 8
Beppe Grillo - 17


QUOTAZIONI BETVICTOR

Pier Luigi Bersani - 1,2
Mario Monti - 13
Silvio Berlusconi - 8
Angelino Alfano - 11
Beppe Grillo - 13


QUOTAZIONI PADDY POWER

Pier Luigi Bersani - 1,12
Mario Monti - 11
Silvio Berlusconi - 7
Beppe Grillo - 34


QUOTAZIONI WILLIAM HILL

Pier Luigi Bersani - 1,17
Mario Monti - 13
Silvio Berlusconi - 7
Beppe Grillo - 17


QUOTAZIONI BETFAIR

Pier Luigi Bersani - 1,23
Mario Monti - 19
Silvio Berlusconi - 14,3
Beppe Grillo - 25


NdR: il movimento 5 stelle non ha formalmente indicato nessun candidato premier

giovedì 24 gennaio 2013

25/1/1995 - ad un soffio dalla terza guerra mondiale

Il 25 gennaio 1995 si è verificato uno dei più rischiosi "incidenti" nei rapporti post guerra fredda tra USA e Russia.
L'incidente, da alcuni ritenuto molto più grave della crisi dei missili di Cuba del 1962, ha avuto origine dall'esperimento di alcuni scienziati norvegesi ed americani che il 25 gennaio 1995  lanciarono un razzo Black Brant XII (razzo a 4 stadi) al largo della costa nord-occidentale della Norvegia allo scopo di studiare l'aurora boreale.
La traiettoria comprendeva un corridoio aereo che si estendeva dal Nord Dakota fino a Mosca; durante il volo, il razzo raggiunse l'altezza di 1.453 Km, caratteristica simile a quella dei missili Trident equipaggiati dai sottomarini della marina militare americana... il risultato fu l'immediato stato di allerta delle forze nucleari russe e la cosiddetta "Valigetta nucleare" venne prontamente data all'allora presidente russo Boris Eltsin.
Eltsin si trovò nella delicata posizione di dover scegliere se lanciare o meno un fuoco di sbarramento nucleare contro gli Stati Uniti.... non vi era ancora una conferma chiara e precisa della traiettoria del razzo e sul suo reale obiettivo: l'ipotesi di una errata valutazione dovuta ad un guasto dei sistemi di previsione non poteva essere esclusa.
24 minuti dopo il lancio gli osservatori russi riuscirono a determinare che il razzo si stava dirigendo fuori dallo spazio aereo russo e, quindi, non rappresentava una minaccia.
Il razzo cadde come previsto, nei pressi di Spitsbergen.

Gli scienziati norvegesi e americani avevano notificato a 30 paesi, Russia compresa, la loro intenzione di lanciare un razzo da alta quota per un esperimento scientifico, ma - secondo alcune fonti - l'informazione non è stata trasmessa ai tecnici radar russi. A seguito di questo incidente, le procedure di notifica e di comunicazione sono state ampiamente modificate al fine di evitare altri incidenti del genere.