giovedì 2 giugno 2011

Le menzogne del premier sul nucleare

Dopo i tentativi legali e quelli divulgativi è arrivato il momento di un altro tipo di boicottaggio per i referendum: il boicottaggio della disinformazione economica.

In un incontro con il presidente argentino Cristina Kirchner, Silvio Berlusconi ha dichiarato che “I costi dell'energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare”, sottintendendo in maniera per nulla velata che se gli italiani vogliono delle bollette energetiche meno care devono dire si al nucleare.

Facendo dei rapidi ma verosimili calcoli, basandoci sulle esperienze estere, costruire una centrale nucleare EPR (European Pressurized Reactor o Evolutionary Power Reactor), la tipologia ipotizzata per l’Italia, costerebbe non meno di 10-15 miliardi di euro per la pura e semplice costruzione.
Una centrale nucleare, ovviamente, ha bisogno del suo “combustibile”: l’uranio. In Italia non esistono miniere di uranio, quindi saremmo costretti ad acquistarlo dall’estero essendo, di conseguenza, soggetti alle leggi del mercato. Al giorno d’oggi l’uranio costa 400 dollari al chilo, pari a 290 euro al cambio attuale (ed essendo una risorsa scarsa, il prezzo tenderà ad aumentare). Essendo necessario l’uranio arricchito, ogni anno bisognerà comprare circa 200 tonnellate di uranio “normale” per ogni singola centrale, con una spesa di circa 56 milioni di euro.
Le centrali nucleari hanno una vita media di 25-30 anni, dopodiché devono essere smantellate: questo processo costa indicativamente tra i 40 ed i 70 milioni di euro. A questo dobbiamo aggiungere le spese dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, rifiuti che ammonteranno praticamente alla stessa quantità di uranio immesso nel processo: trovare un luogo idoneo allo smaltimento è praticamente impossibile, in quanto deve essere una zona non sismica, lontano da qualsiasi presenza d’acqua e con un terreno molto compatto. In questo luogo dovrebbero trovare sistemazione ogni anno circa 200 tonnellate di uranio esausto (ma ovviamente, ancora radioattivo, è bene non dimenticarlo) stoccati in barili di 500-1000 Kg.
Il trasporto dovrebbe avvenire con le massime cautele, con mezzi protetti e lontano da umidità. Il costo di una tale operazione è incalcolabile se svolto in sicurezza.
Un progetto francese di realizzazione di un “caveau” di smaltimento scorie posto sotto 500 metri di roccia preventiva una spesa di 60 miliardi di euro per la sola costruzione.

Facendo a questo punto un rapido calcolo possiamo affermare che una centrale costa in 30 anni:

  • 10-15 miliardi di euro per la costruzione
  • 1680 miliardi di euro per l’acquisto dell’uranio
  • 40-70 miliardi di euro per lo smantellamento
  • 60 miliardi per la sola realizzazione di un caveau di accoglimento scorie

Per un totale di 1790-1825 miliardi di euro (senza contare le incalcolabili spese effettive di smaltimento scorie) che verrebbero in grandissima parte esborsati dai contribuenti italiani.

I dati raccolti sono riferiti ad una ipotetica centrale che produrrebbe ogni anno 800Mw; un generatore eolico che produce 1Mw costa circa 1 milione di euro. Facendo un calcolo semplicistico, per ottenere 800Mw di energia eolica è necessario un investimento di 800 milioni di euro, per ottenere la stessa energia con il nucleare servono almeno 60 miliardi di euro.

Ancora una volta, alla resa dei conti, il governo sta tentando di boicottare il referendum facendo passare il falso messaggio che col nucleare ci saranno bollette meno care. A questa ennesima falsità rispondiamo che l’unico modo per vedere diminuire i costi in bolletta è l’utilizzo delle risorse naturali del nostro bel paese.
Per l’Italia il futuro è rappresentato da sole, aria e acqua, non dall’uranio… e se la Germania ha da poco annunciato il suo piano di smantellamento totale del nucleare non vedo perché non dovremmo seguire il loro esempio, nella speranza che, un giorno, tutto il mondo si allinei al rifiuto del nucleare.

2 commenti:

Cerino ha detto...

Questo governo, che per istituzione dovrebbe fare gli interessi della nazione e del popolo, invece fa gli interessi delle cricche e degli amici, naturalmente con i soldi degli altri.
Mi piacerebbe capire quando costringeremo questi politicanti a pagare di tasca propria per i loro sbagli e le loro malefatte.
Amministrare la cosa pubblica senza mai pagare pegno e facile e senza rischi; ma se cambiassimo le regole con questa penale, nessuno più si candiderebbe a fare il politico.

Anonimo ha detto...

e poi alla fune l'uranio è finito
meglio aspettare la sperimentazione sul TORIO

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