venerdì 11 gennaio 2013

Ciao Faber

« Io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell'emozione, con quella partecipazione di tutti non l'avrei mai avuto e a lui l'avrei detto. Gli avrei detto: «Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale». »  - Paolo Villaggio -

L'11 gennaio 1999 ci lasciava Fabrizio De Andrè,.
Non vogliamo scrivere nulla di particolare, perchè di certo sarebbero parole inutili o già dette.... o peggio, suonerebbero banali e retoriche.

Vogliamo ricordarlo con alcune sue parole... frasi.... pensieri.... tutti senza tempo.
Ciao Faber, ti abbiamo voluto bene e te ne vorremo sempre.

« Lessi Croce, l'Estetica, dove dice che tutti gli italiani fino a diciotto anni possono diventare poeti, dopo i diciotto chi continua a scrivere poesie o è un poeta vero o è un cretino. Io, poeta vero non lo ero. Cretino nemmeno. Ho scelto la via di mezzo: cantante. »


« Durante il rapimento mi aiutò la fede negli uomini, proprio dove latitava la fede in Dio. Ho sempre detto che Dio è un'invenzione dell'uomo, qualcosa di utilitaristico, una toppa sulla nostra fragilità... Ma, tuttavia, col sequestro qualcosa si è smosso. Non che abbia cambiato idea ma è certo che bestemmiare oggi come minimo mi imbarazza. »


« Gesù di Nazareth [...] secondo me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. »


« Quello che io penso sia utile è di avere il governo il più vicino possibile a me e lo stato, se proprio non se ne può fare a meno, il più lontano possibile dai coglioni. »


« Si lamentano degli zingari? Guardateli come vanno in giro a supplicare l'elemosina di un voto: ma non ci vanno a piedi, hanno autobus che sembrano astronavi, treni, aerei: e guardateli quando si fermano a pranzo o a cena: sanno mangiare con coltello e forchetta, e con coltello e forchetta si mangeranno i vostri risparmi. L'Italia appartiene a cento uomini, siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all'Italia? »





Canzone del maggio - versione originale censurata



Canzone del maggio - versione pubblicata

giovedì 10 gennaio 2013

Giustizia vorrebbe che Berlusconi pagasse 2 milioni di IMU

Abbiamo parlato a lungo di IMU e, forse, ormai siamo rassegnati al fatto che è un'imposta necessaria (cari italiani, avete voluto evitare un'ICI più dolce e dilazionata? bene, beccatevi l'IMU e non lamentatevi anzi, lamentatevi con chi ha creduto nelle favole di Berlusconi).
Una delle cose che ci si augurerebbe e che ci fosse una certa qual giustizia proporzionale...
Se ho la "ventura" di ereditare una casa, perchè devo avere la "sventura" di pagare una enormità solo perchè è formalmente una seconda casa?
E se sono disoccupato perchè devo essere obbligato a venderla? Magari non me la sento di vendere l'appartamento che i genitori hanno faticosamente acquistando strappando ogni mese il mutuo da uno stipendio da fame? (cit. Guccini)

Ma con questo non voglio mica sostenere l'evasione fiscale (a quello ci pensano già altri, tra cui alcuni politici di verde vestiti e altri di doppiopetto dotati), vorrei soltanto sostenere una certa proporzionalità dell'imposta in funzione del reddito.

Sarà stucchevole, ma vorrei fare un esempio:
prendiamo da una parte la famiglia Rossi: papà e mamma con un figlio di tre anni, due lavori e una casa a Torino in zona semicentrale.
prendiamo dall'altra il "nostro" ex presidente del consiglio con le sue innumerevoli proprietà e la sua dichiarazione dei redditi da capogiro.
La famiglia Rossi guadagna in tutto 2.400 euro al mese; quest'anno hanno dovuto pagare 1.100 euro di IMU
Berlusconi guadagna in un mese oltre 4.000.000 di euro (dichiarato nel 2011, quindi relativo al 2010); quest'anno ha pagato 300.000 euro di IMU (fonte: lo stesso Berlusconi durante il programma "8 e mezzo" de "La7" del 8/1/2013.

La famiglia Rossi ha guadagnato il necessario per pagare l'IMU in 15 giorni di lavoro.
Berlusconi ha intascato il necessario per pagare l'IMU in 2,3 giorni di lavoro.

Alla luce di questo, l'impatto della tassa sul ceto medio è spropositatamente più elevato rispetto all'impatto sui "ricchi".... a questo punto delle due l'una: o si farà in modo che Berlusconi DEBBA pagare 2.000.000 euro di IMU o si dovrà fare in modo che i Rossi DEBBANO pagare 184 euro.

Una tassa DEVE essere anche e soprattutto proporzionale al reddito o la base portante di un paese finirà in mezzo ad una strada.

mercoledì 9 gennaio 2013

Ancora favole sull'IMU?

C'era una volta l'ICI, istituita tra Natale e Capodanno del 1992 dal governo Amato.
L'imposta gravava su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli a prescindere dalla loro destinazione d'uso ed era a carico dei proprietari di immobili e dei titolari di diritti reali sulle proprietà di cui sopra.
La misura dell'imposta (direttamente riscossa dai comuni) era fissata da un minimo del 4 ad un massimo del 7 per mille e per le abitazioni principali era fissata una detrazione pari a 200.000 lire (103,29 euro).
Il governo Prodi, nella Legge Finanziaria 2008 (legge n. 244 del 24/12/2007), introduce una ulteriore detrazione fino a 200 euro per le prime case (detrazione che si aggiunge a quella già prevista).

Nel 2008, col Decreto legge n.93 del 27/5/2008 il governo Berlusconi abolisce l'ICI sulla prima casa: il minor gettito che ne deriva (1.700 milioni di euro) viene rimborsato ai singoli comuni con oneri a carico del bilancio dello Stato.

Nel 2011 Berlusconi ed il suo governo si accorgono che l'attuale tassazione su immobili e proprietà terriere non è sostenibile per il bilancio dello Stato e per questo da alla luce l'imposta municipale propria (IMU) a carico di proprietari e titolari di diritti reali su immobili, terreni e aree edificabili, escluse le abitazioni principali. La misura dell'imposta è fissata nel 7,6 per mille. L'IMU vede quindi la luce il 14 marzo 2011 con la legge sul Federalismo fiscale municipale.
Questo provvedimento (la tassa sostituirebbe l'ICI e la componente immobiliare dell'IRPEF, compresa di addizionali), nonostante sia teoricamente ad impatto zero sul bilancio dello Stato, è ritenuto dal centro destra sia impopolare (infatti l'entrata in vigore viene fissata per il 2014, cioè l'anno successivo la naturale scadenza del 4° governo Berlusconi; anno non fissato casualmente ma oculatamente stabilito in modo da non avere contraccolpi elettorali), sia inadeguato, in quanto - su numerose esplicite richieste parlamentari di chiarimento - Berlusconi afferma che nonostante la legge delega escluda l'applicabilità dell'imposta sulla prima casa, è fatta salva la possibilità di adottare nuove misure di legge volte a modificare il quadro normativo. Ecco un altro caso di provvedimento non preso per opportunità elettorale: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa si è subito dimostrata insostenibile, per non perdere voti i governi Berlusconi non hanno mai preso in considerazione una introduzione se non a scadenza di mandato per poi ammettere nebbiosamente la necessità di una reintroduzione quando ormai era chiaro che questo sarebbe stato fatto formalmente dal governo tecnico.

E ora, 5 anni dopo, Berlusconi torna a ripetere che vuole abolire l'IMU sulla prima casa.
Se non avesse abolito l'ICI a suo tempo i conti dello stato sicuramente ne avrebbero giovato e non ci saremmo dovuti trovare a sputare sangue nel 2012, non ci saremmo trovati un'IMU così pesante, ma avremmo pagato in maniera più graduale.
In questi ormai quasi 20 anni di governo Berlusconi non si è risolto neanche uno dei grossi problemi del nostro Paese, la cosa importante è stata cantar favole al popolo ("la crisi non esiste" e altre 1000 barzellette), acquisire e, se necessario, acquistare consenso e rimandare i problemi "a chi sarebbe venuto dopo", sia esso un governo tecnico, sia essa una generazione come la mia alla quale ora viene presentato il conto di 20 anni di elettori creduloni e di governo scellerato.

Il Grillo e la bagascia


Correva l'anno 2001... a Fossano, paese in provincia di Cuneo, si teneva uno spettacolo dell'allora ancor solamente "comico" Beppe Grillo".
Come sempre, da sempre, nessuno era al sicuro dagli anatemi del Grillo genovese, neanche la stimata Rita Levi Montalcini (alla quale rivolgiamo un piccolo pensiero da quaggiù...).
L'accusa prendeva spunto dall'insinuazione che la scienziata avesse conseguito il premio Nobel grazie ad una ditta farmaceutica "amica" (la Fidia) la quale avesse a tutti gli effetti "comprato" il premio poi assegnato alla Montalcini.
Il caso si scatenò perchè Rita Levi Montalcini era testimonial della Fidia per il lancio di un prodotto farmaceutico (il Cronassial, prescritto per le neuropatie periferiche) dagli effetti poi rivelatosi in alcuni casi neurotossici. Il caso è stato ampiamente dibattuto: emerse che dalle sperimentazioni rituali il farmaco era ben tollerato dagli individui, ma quando le somministrazioni (da alcuni addetti ai lavori ritenute a volte "eccessive" rispetto alle effettive necessità dei pazienti) raggiunsero una vasta scala, iniziarono a manifestarsi degli effetti indesiderati non previsti e non emersi durante la sperimentazione. Il farmaco, diffusosi in gran parte d'Europa, negli USA ed oltre, venne ritirato dal commercio, ma tuttora in alcuni paesi è utilizzato, per patologie gravi quali il trattamento di lesioni della spina dorsale.
Tornando al tema principale, a seguito di questo caso, nel suddetto spettacolo Beppe Grillo ha definito la Montalcini "vecchia bagascia", anzi, per la precisione (secondo chi era presente) il termine in dialetto genovese utilizzato è stato “unn-a bagascia vëgia”. Chi il genovese lo conosce afferma che la frase è utilizzata spesso per indicare una persona furba, scaltra e approfittatrice... non ci sono motivi per non credere a questa versione, il problema è che in ogni altra parte d'Italia quella frase significa una sola cosa, imbarazzante da ripetere e cioè "vecchia bagascia"... Il Grillo ha l'intelligenza di saperlo ma non il buon gusto di evitarlo... perchè si sa, all'italiano rimangono impresse le frasi ad effetto, ancor meglio se son volgari...