mercoledì 9 gennaio 2013

Ancora favole sull'IMU?

C'era una volta l'ICI, istituita tra Natale e Capodanno del 1992 dal governo Amato.
L'imposta gravava su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli a prescindere dalla loro destinazione d'uso ed era a carico dei proprietari di immobili e dei titolari di diritti reali sulle proprietà di cui sopra.
La misura dell'imposta (direttamente riscossa dai comuni) era fissata da un minimo del 4 ad un massimo del 7 per mille e per le abitazioni principali era fissata una detrazione pari a 200.000 lire (103,29 euro).
Il governo Prodi, nella Legge Finanziaria 2008 (legge n. 244 del 24/12/2007), introduce una ulteriore detrazione fino a 200 euro per le prime case (detrazione che si aggiunge a quella già prevista).

Nel 2008, col Decreto legge n.93 del 27/5/2008 il governo Berlusconi abolisce l'ICI sulla prima casa: il minor gettito che ne deriva (1.700 milioni di euro) viene rimborsato ai singoli comuni con oneri a carico del bilancio dello Stato.

Nel 2011 Berlusconi ed il suo governo si accorgono che l'attuale tassazione su immobili e proprietà terriere non è sostenibile per il bilancio dello Stato e per questo da alla luce l'imposta municipale propria (IMU) a carico di proprietari e titolari di diritti reali su immobili, terreni e aree edificabili, escluse le abitazioni principali. La misura dell'imposta è fissata nel 7,6 per mille. L'IMU vede quindi la luce il 14 marzo 2011 con la legge sul Federalismo fiscale municipale.
Questo provvedimento (la tassa sostituirebbe l'ICI e la componente immobiliare dell'IRPEF, compresa di addizionali), nonostante sia teoricamente ad impatto zero sul bilancio dello Stato, è ritenuto dal centro destra sia impopolare (infatti l'entrata in vigore viene fissata per il 2014, cioè l'anno successivo la naturale scadenza del 4° governo Berlusconi; anno non fissato casualmente ma oculatamente stabilito in modo da non avere contraccolpi elettorali), sia inadeguato, in quanto - su numerose esplicite richieste parlamentari di chiarimento - Berlusconi afferma che nonostante la legge delega escluda l'applicabilità dell'imposta sulla prima casa, è fatta salva la possibilità di adottare nuove misure di legge volte a modificare il quadro normativo. Ecco un altro caso di provvedimento non preso per opportunità elettorale: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa si è subito dimostrata insostenibile, per non perdere voti i governi Berlusconi non hanno mai preso in considerazione una introduzione se non a scadenza di mandato per poi ammettere nebbiosamente la necessità di una reintroduzione quando ormai era chiaro che questo sarebbe stato fatto formalmente dal governo tecnico.

E ora, 5 anni dopo, Berlusconi torna a ripetere che vuole abolire l'IMU sulla prima casa.
Se non avesse abolito l'ICI a suo tempo i conti dello stato sicuramente ne avrebbero giovato e non ci saremmo dovuti trovare a sputare sangue nel 2012, non ci saremmo trovati un'IMU così pesante, ma avremmo pagato in maniera più graduale.
In questi ormai quasi 20 anni di governo Berlusconi non si è risolto neanche uno dei grossi problemi del nostro Paese, la cosa importante è stata cantar favole al popolo ("la crisi non esiste" e altre 1000 barzellette), acquisire e, se necessario, acquistare consenso e rimandare i problemi "a chi sarebbe venuto dopo", sia esso un governo tecnico, sia essa una generazione come la mia alla quale ora viene presentato il conto di 20 anni di elettori creduloni e di governo scellerato.

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