sabato 21 maggio 2011

Lettera aperta ad un esponente PdL

Gentile Cristina Fantinati,

innanzi tutto grazie di aver espresso la sua opinione sul mio blog (http://laparolaaicittadini.blogspot.com/2011/05/referendum-ancora-boicottaggi.html#comments), anche se si è trattato di un copia-incolla effettuato su tutta una serie di siti e blog (sassuoloonline; 9online solo per citarne un paio) sono dispiaciuto che lei definisca disinformati e disinformanti tutta una serie di soggetti, anche molto diversi da quelli nei cui rispettivi blog va ad esprimere la sua opinione.

“La legge che regola le competizioni elettorali è sempre quella, chi fa politica dovrebbe ormai conoscerla bene” dice lei…. e sicuramente si riferisce alla legge 212 del ‘56, visto che di quello parlo.

Orbene, la legge 212 del 1956 è stata scritta quasi 14 anni prima dell’introduzione normativa del referendum nell’ordinamento Italiano (infatti il 25 maggio 1970 veniva varata la legge che istituiva il referendum - visionabile sul sito della Camera dei Deputati seguendo questo link); le norme in questione, forse ingenuamente se le trasponiamo agli interessi politici odierni, si basano su un assunto palese: il confronto tra due fronti opposti: il SI ed il NO, e sono state scritte per tutelare questi portatori di interessi, invece Lei ed il suo partito/coalizione sono palesemente portatori dell’interesse al NON VOTO (e alla non informazione, come è ormai chiaro a tutta Italia), ed in quest’ottica riteniamo opportuno vedere il suo intervento a gamba tesa sul referendum. In nessuna norma è riportato il divieto di esporre bandiere in casa propria, infatti il riferimento normativo è palesemente rivolto agli spazi adibiti nel territorio pubblico, se la norma si riferisse alle proprietà private allora, con un altro paradosso degno di Zenone potremmo sostenere che si può stabilire un luogo privato come “apposito spazio” per le affissioni elettorali, d’altronde se una cosa è vera di conseguenza è falso anche il suo contrario, no?

opera di Javier Peñalba CerrilloSe a questo aggiungiamo che, per obbligarmi a rimuovere una bandiera dal mio balcone è necessario l’atto di una autorità giudiziaria (ricordiamo l’Art. 615 del codice penale: Violazione di domicilio commessa da un pubblico ufficiale: Il pubblico ufficiale, che, abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni, s’introduce o si trattiene nei luoghi indicati nell’articolo precedente, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Se l’abuso consiste nell’introdursi nei detti luoghi senza l’osservanza delle formalità prescritte dalla legge, la pena è della reclusione fino a un anno), forse è un po’ più complicato di quanto lei possa considerare invadere la privacy delle persone; non dimentichiamo che la proprietà privata è un diritto Costituzionalmente tutelato (non lo ha forse ripetuto più volte Berlusconi quando si riferiva alle “festicciole” organizzate nelle sue ville?

Se Lei ed il suo partito foste tanto zelanti nel far rispettare le indicazioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la quale continua ad “invitare” la RAI ad informare adeguatamente i cittadini sul referendum così come lo siete nel far togliere bandiere da abitazioni private sbandierando leggi ad uso e consumo dei propri interessi di parte, saremmo sicuramente un paese più informato e, di conseguenza, un paese migliore (e, forse, normale).

Cordiali saluti da La parola ai Cittadini

L’opera nell’immagine è di Javier Peñalba Cerrillo – SRR

venerdì 20 maggio 2011

Come dargli fiducia?

La notizia è stata battuta dall’agenzia ANSA: sembra che il governo intenda porre la fiducia sul decreto legge che contiene le norme ideate per vanificare il referendum sul nucleare.

Camera_TabellonevotazioniLa fiducia verrebbe posta la mattina o al massimo nel primo pomeriggio di lunedì per essere votata martedì. Se così fosse siamo certi che non ci saranno defezioni nelle file della maggioranza, nelle votazioni in cui sono in ballo anche solo tangenzialmente gli interessi del premier (e questa lo è, in quanto lo scopo ultimo è far saltare il quorum al fine di non abrogare il legittimo impedimento) i “sudditi” accorrono sempre in massa.

La fiducia verrebbe posta sul testo licenziato dalle Commissioni riunite V Bilancio e VII Cultura, identico a quello approvato dal Senato a suo tempo, quindi, in caso di fiducia “accordata”, il ddl sarebbe ufficialmente trasformato in legge con le conseguenze sui quesiti referendari sul nucleare che tutti possiamo immaginare.

Consapevole dell’operazione governativa, l’opposizione si pensa che richiederà la diretta televisiva per le dichiarazioni di voto finali, in modo che tutto il Paese possa vedere in prima persona come si compie la sottrazione del diritto del popolo di manifestare la propria opinione.

Il silenzio è d’oro, ma la destra non la pensa così.

Dopo il dignitoso silenzio seguito al primo “round” elettorale, il centrodestra ha ripreso l’uso della parola e lo ha già manifestato con una serie di dichiarazioni che la dicono lunga sul grado di “moderazione” dei sostenitori della Moratti: “La Lega si impegnerà. Non la lasciamo in mano ad un matto, Pisapia, che vuole riempirla di clandestini, moschee e vuole trasformarla in una zingaropoli" (Umberto Bossi); “Se vince Pisapia risorge Bin Laden” (Daniela Santanchè); “Basta terroristi di estrema sinistra” (Vittorio Feltri), solo per citare alcuni degli esempi più eclatanti.

Appare chiara la strategia della destra, e non si tratta di una novità, visto che è un metodo da sempre usato da Berlusconi & C. nelle campagne elettorali: spaventare l’elettorato sollevando paure che non hanno ragion d’essere (prima la paura dei “comunisti”, poi la paura degli “immigrati”, che è seguita al “fuori i terroni dal nord” di leghista memoria, poi ancora la paura degli extracomunitari e di un “brigatismo” di antica memoria, il tutto sempre fumosamente circondato dalla costante azione delegittimante nei confronti del potere giudiziario italiano). Fortunatamente sembra che il popolo stia iniziando ad accorgersi che il continuo gridare “al lupo, al lupo!” è una mera e squallida operazione elettorale.

Nelle ultime ore i media di destra non fanno altro che estrapolare frammenti dal programma di Giuliano Pisapia a proprio uso e consumo. Il periodo più citato è il seguente: “riteniamo che … la realizzazione di un grande centro di cultura islamica che comprenda, oltre alla moschea, spazi di incontro e aggregazione, possa essere non solo l'esercizio di un diritto, ma anche una grande opportunità culturale per Milano”; anche in questo caso si agita lo spauracchio del “consegnare la città agli islamici” per far leva sulle ataviche paure Photographer: Graeme Maindella gente, strategia che paga secondo le teorie psico-sociologiche applicate alla politica, ma si dimenticano volutamente di proseguire il discorso, infatti poco dopo, sempre nel programma ufficiale di Pisapia, si legge: “Il punto essenziale è uscire dalle logiche che portano inevitabilmente alla creazione di ghetti etnici”, infatti il punto è proprio questo: l’immigrazione è un fenomeno universale ed il miglior modo per far si che sia una risorsa è evitare la “ghettizzazione” ed un “razzismo” stupido ed inopportuno. Quante persone immigrate dai paesi del Sud nel secondo dopoguerra, per lavorare nelle fabbriche del Nord Italia hanno subito episodi di razzismo? Moltissimi! Come li hanno subiti molti nostri concittadini emigrati all’estero. Non è, forse, ora di finirla con questa caccia alle streghe?

Il mondo cattolico milanese ha per primo capito come queste dichiarazioni siano solo grida strumentali: sulla questione Moschea sventolata dalla destra come la più grande minaccia che incombe sulla città, molti ricordano con il sorriso come nel 1975 Paolo VI diede il suo assenso alla costruzione della Grande Moschea di Roma indicando come questo gesto avrebbe ulteriormente accentuato l’universalità della città eterna.
Non è certo la costruzione di un luogo di culto per gli islamici che crea problemi al mondo cattolico, ma per molti è molto strana questa difesa di uno spirito cristiano che spesso viene contraddetto dalle parole e dalle opere che presentano chiusura e mancanza di spirito di accoglienza.

Incutere paure immotivate nel popolo; cercare in tutti i modi di far sì che il popolo non possa esprimersi sul referendum; tentare di far crollare la fiducia del popolo nella magistratura: sono forse queste le cose che il popolo italiano merita da un governo?

Referendum: ancora boicottaggi

“Ricordi antichi sono le memorie, pane e lavoro sono le speranze
non si può dire che ci sia molto nel paese dove son nato.
Ma se l'orizzonte è tutto d'oro e la mia gente canta durante il lavoro
mi sento nel cuore un grande amore per il paese dove son nato.”

Così cantava il grande Augusto Daolio, rimpianto leader dei Nomadi, parlando del paese che gli aveva dato i natali: Novellara. Oggi, però, nel paese emiliano è successo qualcosa di strano e preoccupante: un esponente dell’opposizione , Cristina Fantinati (consigliere comunale del Pdl), ha scritto al sindaco, al prefetto e alla Polizia municipale chiedendo di eliminare le bandiere dei vari movimenti per i referendum sull'acqua e sul nucleare esposte da privati cittadini nelle proprie abitazioni private perché si tratta "di propaganda elettorale fuori dalle zone autorizzate".

Per porre in essere questa iniziativa che ha poco a che vedere con la democrazia, i berlusconiani locali hanno riesumato una legge del 1956 (per la precisione la Legge 4 aprile 1956, n. 212, che è possibile visionare seguendo questo link) la quale punisce con una multa che può arrivare fino a 1032 euro (art. 8 comma 3); alla luce di questa iniziativa la polizia locale ha dovuto dedicare parecchio tempo a passare casa per casa e far si che venissero rimosse le bandiere contro il nucleare ed a favore dell’acqua pubblica.

Questa notizia, purtroppo, si commenta da sola: da un lato abbiamo una norma che regola la propaganda elettorale che qui viene “interpretata” in maniera tale da farla riferire anche alle consultazioni referendarie (sulla cui legittimità di tale interpretazione ci sono moltissimi dubbi, infatti nel 1995 - sentenza 161 - la Corte costituzionale ha ritenuto irragionevole estendere anche alla propaganda referendaria i divieti relativi a quella elettorale nei trenta giorni antecedenti al voto), dall’altra abbiamo la polizia municipale che ha dovuto eseguire queste “direttive” a scapito di altre mansioni molto più importanti e utili per la collettività e, sopra tutto, abbiamo i partiti di governo (di cui è esponente il consigliere comunale Fantinati) che continuano a porre in essere qualsiasi azione possibile ed immaginabile per boicottare il referendum, guidati da una sola cosa: l’interesse particolare a mandare tutto a monte.

Visto che, ancora una volta, ciò che “conviene” a questo governo è totalmente sconveniente per la gran parte del popolo italiano, vogliamo esporre noi simbolicamente le bandiere che i privati cittadini sono stati costretti a rimuovere dalle loro rispettive abitazioni private.

NonucleareBandieraacqua

 

 

 

 

 

 

referendumImpedimento500-300x211

giovedì 19 maggio 2011

Dalla Sardegna a tutta Italia: Votiamo!

Ormai i dati finali sul referendum consultivo tenutosi in Sardegna sul nucleare sono chiari a tutti: il 59,34% degli aventi diritto (877.982 persone) hanno votato e la stragrande maggioranza, il 97,13% ha risposto di essere contrario “all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti”.

Il risultato non lascia spazio a distinguo: quando gli italiani sono chiamati a rispondere di questioni che li riguardano da vicino, se sono correttamente informati, non si lasciano scappare l’occasione di far sentire la propria voce.

CentralePurtroppo, però, si sono subito sollevate voci tese a sminuire il risultato del referendum sardo: il Ministro per i rapporti col Parlamento, Elio Vito, rispondendo ad una interrogazione parlamentare dell’Italia dei valori si è affrettato a puntualizzare che: ''L'esito del referendum consultivo tenutosi in Sardegna è significativo dell'atteggiamento della popolazione sarda e non della volontà dell'intera nazione''; ''Tuttavia per il Ministero dello Sviluppo Economico non risulta che ci sia stata una campagna informativa adeguata in Sardegna su rischi e prospettive derivanti dall'ospitare un impianto o un deposito nel proprio territorio, ne' sugli effetti di un ulteriore ritardo nel dotare il Paese di un deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, derivanti sia dalla precedente stagione nucleare sia dalle attività industriali, sanitarie e di ricerca e ancora oggi stoccati in depositi temporanei''.

Siamo sinceramente stupefatti da queste dichiarazioni: è palese che i risultati sardi non siano i risultati di una intera nazione, ma emerge chiaramente come l’attenzione su una tematica delicata come il nucleare sia molto più accesa quando si tratta di rischi che si possono correre “in casa propria”: molti possono pensare di essere favorevoli alle centrali nucleari, basta che siano a centinaia di chilometri di distanza… purtroppo questo è vero fino ad un certo punto: Chernobyl e Fukushima sono la prova che i disastri peggiori (che non sono e non saranno mai completamente da escludere, con buona pace di tutti i test che si possano mai eseguire) sono capaci di attraversare oceani e continenti fino a portare i propri effetti a migliaia di chilometri dal punto d’origine. Sicuramente qualcuno si opporrà dicendo “ma tutte le centrali presenti in Francia sono già di per sé un grosso rischio per l’Italia”: questo è vero, ma perchè aumentare ulteriormente questo rischio? E soprattutto perchè non auspicare ed operare per un mondiale rifiuto dell’energia nucleare?

In ultimo al Ministro “non risulta che ci sia stata una campagna informativa adeguata in Sardegna“, non voglio entrare nel merito, ma constatando quanto è stato (ed è) osteggiato il referendum a livello nazionale e quanto silenzio è stato imposto al più a lungo possibile sulla tematica referendaria mi sembra molto curioso che un esponente di governo colpevole di reiterato boicottaggio nei confronti del referendum abbia la “fantasia” per dichiarare la mancanza di una informazione adeguata.

mercoledì 18 maggio 2011

Referendum e Capoluoghi di regione

A meno di un mese dai referendum abrogativi su acqua, nucleare e legittimo impedimento, abbiamo verificato se sono presenti nei siti dei capoluoghi di regione italiani le principali indicazioni sui quesiti referendari.
Molte amministrazioni hanno provveduto ad inserire sui propri canali web indicazioni molto precise sui referendum, altre si stanno attrezzando ed altre ancora non ne parlano minimamente.
La situazione verrà periodicamente aggiornata; per il momento ecco la lista dei Capoluoghi di Regione italiani ed i link (ove presenti) in cui si tratta dei referendum abrogativi del 12 e 13 giugno:

Torino: http://www.comune.torino.it/elezioni/
Milano: Non disponibile
Bologna: http://www.comune.bologna.it/partecipazione/servizi/101:7079/
Roma: http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?jppagecode=ref2011.wp (pagina in fase di aggiornamento)
Aosta: http://www.comune.aosta.it/it/citta-/novita-/12486/ (non si parla dei quesiti referendari)
L’Aquila: Non disponibile
Potenza: Non disponibile
Catanzaro: Non disponibile
Napoli: http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/14356
Trieste: http://www.retecivica.trieste.it/referendum2011/default.asp
Genova: http://www1.comune.genova.it/Referendum2011/home.asp
Ancona: http://www.comune.ancona.it/ankonline/it/target/elettore/index.html
Campobasso: Non disponibile
Bari: Non disponibile
Cagliari: http://www.comune.cagliari.it/portale/it/elezioni_link.wp (link esterno al sito della Prefettura)
Palermo: http://www.comune.palermo.it/comune/settori/segreteria_generale/servizi_demografici_elettorato/convocazione_comizi.pdf (convocazione dei comizi e testo dei referendum)
Firenze: http://www.comune.firenze.it/opencms/export/sites/retecivica/amm/informare/archivio_elettorali/ (solo indicazioni su come possono votare i residenti all’estero)
Trento: http://www.comune.trento.it/Comune/Nei-panni-del-cittadino/Argomenti/Anagrafe-elettorale-sicurezza-e-statistiche/elezioni-e-referendum (indicazioni amministrative ma nessuna indicazione sui quesiti referendari)
Perugia: Non disponibile
Venezia: http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/45030

Referendum Nucleare: I lavori parlamentari


Sono ripresi ieri, 17 maggio, i lavori parlamentari su: “Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali): Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo”, quindi su quelli che saranno gli sviluppi del referendum sul nucleare.

Riportiamo di seguito l’interrogazione degli Onorevoli DI PIETRO, PALOMBA, DONADI, BORGHESI, EVANGELISTI, PIFFARI e CIMADORO, nel quale emerge quale sia la linea politica del governo in materia secondo i promotori del referendum:
Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 15 e 16 maggio 2011, 877.982 cittadini sardi si sono pronunciati sul referendum consultivo regionale sul nucleare. I cittadini dell'isola dovevano esprimere la loro volontà in merito al quesito: «sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate e preesistenti?»;
il risultato del referendum consultivo è stato nettissimo: il «no al nucleare» ha stravinto con una percentuale del 97,14 per cento. Un vero e proprio plebiscito che spazza via la stagione nucleare e manda un segnale chiaro al Governo;
contro la costruzione delle centrali nucleari si erano pronunciati tutti i partiti e tutte le forze sociali;
dopo il voto sardo, e a scrutini ormai conclusi, lo stesso presidente della regione, Ugo Cappellacci, ha sottolineato come «la scelta espressa in maniera così compatta dalla Sardegna non è stata presa sull'onda dell'isteria per il disastro nucleare di Fukushima. Quella antinucleare è una convinzione radicata»;
va preso atto che la nettissima contrarietà al nucleare espressa in questi giorni dai cittadini sardi è solo l'ultima di una lunga sequenza di posizioni assolutamente contrarie a qualunque ipotesi di istallazioni nucleari espresse dalla gran parte delle regioni italiane;
già nei mesi scorsi, quasi tutte le regioni, hanno detto «no» al piano nucleare, sull'onda dei ricorsi alla Corte costituzionale presentati da 11 amministrazioni (Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana), che hanno rilevato profili di incostituzionalità nelle procedure previste per la definizione dei siti e per i processi autorizzativi delle centrali. In Sicilia l'Assemblea regionale ha detto «no» al nucleare con un ordine del giorno, approvato all'unanimità, con l'appoggio anche del presidente Raffaele Lombardo;
in questo contesto, va rammentata la dichiarazione dello stesso Sottosegretario per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, che aveva dichiarato (Il Corriere della Sera del 12 febbraio 2011): «è chiaro che nessuna centrale nucleare si farà contro la volontà della regione, è una cosa che non accadrà mai». Peraltro, una dichiarazione certamente vincolante per il Governo e che non è mai stata smentita o ridimensionata nelle settimane successive;
quanto sopra esposto mostra chiaramente che non vi è alcuno spazio per un ritorno alla politica nucleare;
il Governo, invece, si è solo preso una «pausa di riflessione», ma, di fatto, continua a non voler rinunciare all'avventura nucleare;
l'intento sostanziale del Governo - esplicitato anche in provvedimenti legislativi all'esame del Parlamento - è, infatti, quello di far approvare una sospensione della scelta nucleare, facendola invece passare per una formale abrogazione delle norme approvate dal Governo che hanno reintrodotto la produzione di energia nucleare in Italia;
il Governo quindi, pur ponendo uno «stop» sulla scelta del nucleare, evidenzia chiaramente che non intende fare un passo indietro definitivo, ma che mantiene ferma la volontà di riprendere in futuro la via dell'atomo;
a conferma di questi reali intendimenti del Governo, basta ricordare che lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, il 26 aprile 2011, in occasione del vertice italo-francese, aveva dichiarato che continuerà sulla via del nucleare. Secondo il Presidente del Consiglio dei ministri, infatti: «siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare è il futuro per tutto il mondo». «Il nucleare è un destino ineluttabile (...)». E ancora: «la moratoria serve per avere il tempo necessario affinché la situazione giapponese si chiarisca e nel giro di 1-2 anni l'opinione pubblica sia abbastanza consapevole da tornare al nucleare (...)». Quanto accaduto in Giappone, sempre secondo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, «ha spaventato ulteriormente i cittadini italiani e se fossimo andati oggi al referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni»;
l'obiettivo esplicito del Governo è, quindi, quello di tentare di annullare il quesito referendario del 12 e 13 giugno 2011, dove gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum promosso dall'Italia dei Valori contro il nucleare, per abrogare definitivamente proprio la normativa che consente la realizzazione di centrali nucleari sul nostro territorio nazionale -:
se non intenda prendere atto che gli italiani non vogliono più sentir parlare di una nuova avventura nucleare nel nostro Paese e, nel rispetto della loro volontà, chiudere in maniera realmente definitiva ogni ipotesi di ritorno del nucleare in Italia. (3-01653)
(17 maggio 2011 - fonte Camera dei Deputati)


Per chi volesse approfondire l’argomento, sono visionabili gli emendamenti proposti al disegno di legge sul sito della Camera dei Deputati seguendo questo link

Movimento 5 stelle: pensieri in libertà

A volte è difficile spiegare le scelte delle persone, sottolineo spiegare visto che non si tratta di discutere sulla condivisibilità o meno….

Il movimento 5 stelle ha ottenuto, nell’ultima tornata elettorale un risultato molto dignitoso: a Bologna siamo addirittura intorno al 10%. Percentuale enorme se si considera il fatto che il movimento non ha nessun programma, o meglio: ha un manifesto elettorale di una quindicina di pagine sul loro sito, il quale enuncia una serie di intenti/obiettivi (anche condivisibili anzi, diciamo pure in gran parte condivisibili!), ma senza toccare le “corde delicate” dei programmi elettorali, cioè il modo attraverso il quale perseguire tali obiettivi.

Stesso discorso lo possiamo fare per i programmi locali: lunga (o corta secondo i casi) sequela di dichiarazioni programmatiche che poche volte approfondiscono gli effettivi problemi anzi, spesso hanno l’aria di essere stati redatti da persone che non conoscono minimamente le problematiche e le risorse delle singole città. Cito, a puro titolo di esempio, un piccolo stralcio del programma 5 stelle inerente Torino:

“…migliorare i servizi, e sul piano culturale, perché l’amministrazione della città punti alla qualità della vita dei cittadini e non ai grandi affari e ai grandi appalti, e perché la città affronti i tempi durissimi della crisi con coesione e solidarietà, e non con un "si salvi chi può" in cui tutti alla fine sono soli e perdenti.”

Ogni città ha, ovviamente, i suoi problemi, ma il modo con cui è migliorata Torino negli ultimi anni e, in special modo, dal periodo olimpico in avanti, è una cosa straordinaria: lo dicono gli abitanti e, ancor di più, lo dicono i turisti che accorrono a migliaia ogni anno ormai per visitare la prima capitale d’Italia, città in cui la cultura è stata sempre più valorizzata ottenendo risultati di primissimo livello, città in cui la situazione inerente la sicurezza è stata affrontata con fermezza ma non con metodi da “stato di polizia” ed è diventata in questo modo una delle città più sicure, per non parlare dei trasporti e della metropolitana più avanzata e sicura d’Europa.

Mi sembra di vedere in questo movimento la stessa strategia comunicativa del primo Berlusconi “sceso in campo”, con la differenza che l’attuale premier si rivolgeva in primis al ceto medio ed alle casalinghe, inculcando loro attraverso il mezzo televisivo che aveva in mano la soluzione ai loro problemi e il rimedio per le loro paure; il movimento 5 stelle si rivolge ad un target giovane e usa i mezzi più utilizzati e seguiti nella fascia d’età 18-35. Basta vedere come si è svolta la loro campagna elettorale alle amministrative appena concluse: pochissimi manifesti, quasi nessun “santino” nelle buche delle lettere o “incastonati” ai parabrezza delle auto parcheggiate, ma grande uso di internet, delle campagne pay-per-click e di tutti gli strumenti del web 2.0.

Alla resa dei conti arriverà anche per il movimento di Beppe Grillo l’ora di schierarsi: oggi è comodo proclamarsi “né di destra, né di sinistra”, così come è utile per il marketing politico definirsi un soggetto nuovo e diverso dai classici partiti, però l’essere di destra o di sinistra non è una scelta personale, ma emerge dalle scelte e dalle politiche che si intendono applicare e, presto, saranno proprio queste a dirci “da che parte sta”.

Concludo con una piccola chiosa personale: tanti si vantano di non essere “politici di professione”, orbene: fare politica non è una cosa semplice, non è un lavoro in cui ci si possa improvvisare (come tutti i lavori del resto); se ho la necessità di subire un intervento chirurgico di certo non sarei né tranquillo né felice nel vedere il bisturi in mano ad un maniscalco.

martedì 17 maggio 2011

Un nuovo inizio

La situazione è ormai chiara: a scrutini praticamente ultimati ovunque emerge chiaramente ciò che da lungo tempo sta covando sotto le ceneri dell’indifferenza: il popolo sovrano non crede più alle telepromozioni, in special modo quelle che riguardano la politica.
La sinistra sta riacquistando peso e convinzione nel panorama politico italiano. Ma questo non accade ovunque e, soprattutto, non accade a caso: sono anni che gli esponenti della sinistra italiana predicano l’unità, ma al momento di mettere in pratica i buoni intenti si sono sempre, o quasi, scontrati con un particolarismo che ha nuociuto a tutti, anche al Paese; se uniamo a questo aspetto l’atavica tendenza ad essere poco avvezzi alle strategie di comunicazione, troviamo una chiave di lettura abbastanza costante nella storia politica italiana degli ultimi 18 anni.
Qualcosa, invece, è cambiato: l’utilizzo del brillante strumento delle primarie ha iniziato un percorso di maggiore partecipazione che inizia a dare i suoi frutti, certo, in qualche caso ha provocato dei problemi (vedasi Napoli), ma si è intrapresa una strada che reputiamo vincente: coinvolgere in maniera sempre maggiore i cittadini nelle scelte politiche. L’elettore potenziale della sinistra ha bisogno di sentirsi coinvolto, fatica a “digerire” le scelte che gli piombano dall’alto: prova ne è la grande partecipazione popolare che hanno visto le primarie di qualche mese fa… e, secondo in ordine ma non di importanza, la sinistra ha ritrovato la forza e la lucidità per parlare direttamente alla gente, partecipando con i cittadini, diventando parte di un tutto. Questo è il secondo punto che è mancato negli ultimi anni: il contatto diretto con la gente, per parlare loro ma, soprattutto, per ascoltare. I programmi elettorali si fanno ascoltando la gente, è finito il tempo in cui basta promettere di eliminare una tassa per ottenere milioni di voti (anche perchè hanno ormai capito tutti che le tasse molto difficilmente si “distruggono” ma molto più spesso si “trasformano”); è finito il tempo in cui la strategia elettorale vincente consisteva nel cavalcare le paure del popolo: le proposte nascono dalla serenità, e dalla serenità nascono le soluzioni migliori per scacciare quelle stesse paure.
La strada è ancora lunga, l’Italia ha bisogno di rientrare nella normalità; ha bisogno di persone serie che si occupino veramente della cosa pubblica, ormai siamo stanchi dei soggetti che guardano solo con avidità al proprio tornaconto. Per questo ci auguriamo che sempre più persone cerchino costantemente l’informazione, perchè solo chi è informato può sfuggire alle lusinghe degli imbonitori…. e il referendum è un’occasione da non perdere per gridare al cielo che il popolo italiano è desideroso ed è capace di decidere e di scegliere la strada migliore.

Amministrative: Risultati Finali Cagliari

CANDIDATO VOTI % LISTE % SEGGI
MASSIMO ZEDDA 42271 45,15% PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
ROSSO MORI
LISTA CIVICA - MEGLIODIPRIMA NON C ...
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
FED.DEI VERDI
18,00
7,02
3,49
2,72
1,98
1,97
1,67
1,00









MASSIMO FANTOLA 41860 44,71% IL POPOLO DELLA LIBERTA'
RIFORMATORI SARDI
UNIONE DI CENTRO
LISTA CIVICA - PATTO PER CAGLIARI
UDS - UNIONE POPOLARE CRISTIANA
LISTA CIVICA - GIOVANI CENTRO
PARTITO SARDO D'AZIONE
MPA MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE
FORTZA PARIS
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
LA DESTRA
16,35
9,69
8,99
4,22
3,75
3,64
3,39
1,60
1,11
0,38
0,27












IGNAZIO ARTIZZU 4188 4,47% FUTURO E LIBERTA'
LIBERTAS DEMOCRAZIA CRISTIANA
LISTA CIVICA - MOVIMENTO CIVICO SA ...
2,56
0,75
0,50




CLAUDIA ZUNCHEDDU 2281 2,43% LISTA CIVICA - CON CLAUDIA ZUNCHED ...
IRS
SARDIGNA NATZIONE
PARTIDU INDIPENDENTISTA SARDU MALU ...
0,91
0,72
0,23
0,07





EMANUELA CORDA 1913 2,04% MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT
1,80


ORNELLA DEMURU

364

0,38%

LISTA CIVICA - PROGRES PROGETU REP ...


0,43




PATRIZIA SERRA

332

0,35%

LISTA CIVICA - ONESTA' E PROGRESSO


0,27




GIANMARIO MUGGIRI

263

0,28%

MSI-DN


0,23




MICHELA MELOTTI

150

0,16%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


0,12



 
175 sezioni su 175 pari al 100% del totale

Amministrative: Risultati Finali Napoli

CANDIDATO VOTI % LISTE % SEGGI
GIOVANNI DETTO GIANNI LETTIERI 179575 38,52% IL POPOLO DELLA LIBERTA'
FORZA DEL SUD - ALTRI
LIBERTA' E AUTONOMIA NOI SUD
LISTA CIVICA - LIBERI
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
LISTA CIVICA - INSIEME PER NAPOLI ...
PRI
LA DESTRA
LISTA CIVICA - GIOVANI IN CORSA
ALLEANZA DI CENTRO
TERZO POLO DI CENTRO - DEM.CRISTIA ...
23,84
5,22
3,57
3,06
2,16
1,65
1,45
1,11
0,75
0,25
0,03












LUIGI DE MAGISTRIS 128303 27,52% DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
LISTA CIVICA - NAPOLI E' TUA
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
PARTITO DEL SUD
8,12
4,61
3,66
0,31





MARIO MORCONE 89280 19,15% PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
LISTA CIVICA - LE COMPETENZE PER N ...
CEN-SIN(LS.CIVICHE) - SOCIALISTI L ...
16,59
3,97
1,28
0,83





RAIMONDO PASQUINO 45449 9,74% UNIONE DI CENTRO
FUTURO E LIBERTA'
ALLEANZA PER L'ITALIA
LISTA CIVICA - LA CITTA'
5,20
3,36
1,46
1,44





MARIO CLEMENTE MASTELLA 10124 2,17% U.D.EUR POPOLARI
LISTA CIVICA - MASTELLA PER NAPOLI
2,48
0,22




ROBERTO FICO

6441

1,38%

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT


1,75



RAFFAELE DI MONDA

3568

0,76%

LISTA CIVICA - PIN PROGRAMMA INNOV ...

LISTA CIVICA - INSORGENZA CIVILE

0,62
0,24





VITTORIO LAMBERTI

1612

0,34%

LISTA RAUTI


0,23




CIRO FORMISANO

980

0,21%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


0,19




GIUSEPPE MARZIALE

842

0,18%

LISTA CIVICA - NAPOLI NON SI PIEGA


0,18


886 sezioni su 886 pari al 100% del totale

Amministrative: Risultati Finali Milano

CANDIDATO VOTI % LISTE % SEGGI
GIULIANO PISAPIA 315862 48,04% PARTITO DEMOCRATICO
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
LISTA CIVICA - MILANO CIVICA
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
LISTA MARCO PANNELLA - EMMA BONINO
VERDI ECOLOGISTI
LISTA CIVICA - MILLY MORATTI PER P ...
28,63
4,70
3,86
3,10
2,54
1,71
1,37
1,33










LETIZIA DETTA LETIZIA MORATTI BRICHETTO ARNABOLDI

273401

41,58%

IL POPOLO DELLA LIBERTA'

LEGA NORD
LISTA CIVICA - MILANO AL CENTRO
LISTA CIVICA - IO AMO MILANO IO AM ...
LISTA CIVICA - PROGETTO MILANO MIG ...
PENSIONI E LAVORO
LA DESTRA
UNIONE ITALIANA
LISTA CIVICA - GIOVANI PER L'EXPO
NUOVO PSI
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
ALLEANZA DI CENTRO

28,74
9,63
2,43
0,51
0,50
0,30
0,28
0,27
0,20
0,17
0,11
0,06














MANFREDI PALMERI

36471

5,54%

LISTA CIVICA - NUOVO POLO PER MILA ...

UNIONE DI CENTRO

2,68
1,89




MATTIA CALISE

21228

3,22%

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT


3,43



GIANCARLO PAGLIARINI

4229

0,64%

LEGA PADANA LOMBARDIA

LISTA CIVICA - PER IL FEDERALISMO

0,34
0,18




MARCO MANTOVANI

2366

0,35%

FORZA NUOVA


0,35



CARLA DE ALBERTIS

1804

0,27%

LISTA CIVICA - LA TUA MILANO


0,24



ELISABETTA FATUZZO

1613

0,24%

PART.PENS.


0,24



FABRIZIO MONTUORI

405

0,06%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


0,06



 
1251 sezioni su 1251 pari al 100% del totale

Amministrative: Risultati Finali Bologna

CANDIDATO VOTI % LISTE % SEGGI
VIRGINIO MEROLA 106070 50,46% PARTITO DEMOCRATICO
LISTA CIVICA - CON AMELIA PER BOLO ...
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
LAICI SOCIALISTI RIFORMISTI
38,27
10,24
3,69
1,46
0,59

17
4
1
0
0


MANES BERNARDINI

63799

30,35%

IL POPOLO DELLA LIBERTA'

LEGA NORD

16,60
10,72


6
3


MASSIMO BUGANI

19969

9,50%

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT


9,40


2


STEFANO ALDROVANDI

10679

5,08%

LISTA CIVICA - STEFANO ALDROVANDI ...


4,74


0


DANIELE CORTICELLI

6442

3,06%

LISTA CIVICA - BOLOGNA CAPITALE

I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
PRI
LISTA CIVICA - AGIRE INSIEME CIVIC ...

2,40
0,17
0,13
0,10


0
0
0
0


MICHELE TERRA

1601

0,76%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


0,59


0


ELISABETTA AVANZI

654

0,31%

FORZA NUOVA


0,31


0


ANNA MONTELLA

580

0,27%

LA DESTRA


0,31


0


ANGELO MARIA CARCANO

391

0,18%

LISTA CIVICA - NETTUNO


0,20


0
           

449 sezioni su 449 pari al 100% del totale

Amministrative: Risultati Finali Torino

CANDIDATO
VOTI
% LISTE % SEGGI
PIERO FRANCO RODOLFO FASSINO
255242
56,66%
PARTITO DEMOCRATICO
MODERATI
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
LISTA CIVICA - CONSUMATORI PER FAS ...
PENSIONATI E INVALIDI
LISTA CIVICA - PIEMONT EUROPA ECOL ...
CEN-SIN(LS.CIVICHE) - TORINO LAICA ...
34,50
9,06
5,65
4,76
1,12
0,88
0,27
0,22

16
4
2
2
0
0
0
0


MICHELE GIUSEPPE COPPOLA

122982

27,30%

IL POPOLO DELLA LIBERTA'
LEGA NORD
LA DESTRA
PART.PENS.
ALLEANZA DI CENTRO
LISTA CIVICA - AMBIENTALISTI DEL S ...
I POPOLARI DI ITALIA DOMANI
LISTA CIVICA - INSIEME PER TORINO

18,28
6,85
0,59
0,46
0,18
0,16
0,14
0,13


7
3
0
0
0
0
0
0


VITTORIO BERTOLA

22403

4,97%

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT

5,26

1

ALBERTO MUSY

21896

4,86%

UNIONE DI CENTRO
FUTURO E LIBERTA'
LISTA CIVICA - ALLEANZA PER LA CIT ...
LISTA CIVICA - COSIMA COPPOLA
SOCIALISTI UNITI
P.LIBERALE ITALIANO - PSDI

2,41
1,40
0,77
0,35
0,10
0,10


1
0
0
0
0
0


DOMENICO COPPOLA

16089

3,57%

LISTA CIVICA - DOMENICO COPPOLA SI ...
LISTA DEL GRILLO PARLANTE
LEGA PADANA PIEMONT
LISTA CIVICA - DIPENDENTI PENSIONA ...
LISTA CIVICA - FORZA TORO
FORZA NUOVA

1,66
1,00
0,37
0,27
0,20
0,10


0
0
0
0
0
0


IURI GILBERTO BOSSUTO

6755

1,49%

RIFONDAZIONE COMUNISTA-COMUN. ITA ...
SINISTRA CRITICA

1,15
0,37


0
0


GIACINTO DETTO GIANGI MARRA

1686

0,37%

LISTA CIVICA - AZZURRI ITALIANI

0,37

0

ROSSANA BECARELLI

1534

0,34%

LISTA CIVICA - COSCIENZA COMUNE

0,30

0

DANIELE GIOVANNI DEBETTO

688

0,15%

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

0,15

0

NICOLA CASSANO

613

0,13%

LISTA CIVICA - CITTADINI NON SUDDI ...

0,13

0

LORENZO VARALDO

321

0,07%

LISTA CIVICA - NO-UE

0,06

0

GIORGIO PORTIS

265

0,05%

LISTA CIVICA - FEDERAZIONE DEI MOV ...

0,04

0
919 sezioni su 919 pari al 100% del totale