mercoledì 15 giugno 2011

Riforma elettorale: depositato al Senato disegno di legge PdL

Dopo gli “schiaffi” elettorali subiti nell’ultimo mese il governo sta iniziando le manovre per cercare di rimanere a galla.
Oggi è stato depositato al Senato il disegno di legge di modifica delle legge elettorale, primo firmatario il vicecapogruppo vicario PdL Quagliariello. L’obiettivo principale del disegno di legge è l’introduzione anche al Senato del premio di maggioranza che verrebbe attribuito su base nazionale. Come ciò possa avvenire, essendo il Senato eletto a base regionale, è tutto da vedere; i documenti inerenti la proposta saranno resi noti in settimana, dopodiché si potrà avere una maggiore indicazione in merito.
Di certo rimane la prospettiva delle liste bloccate (cioè senza le preferenze, in quanto rimarrà la situazione per la quale non è l’elettore a scegliere i candidati, ma saranno sempre imposti dalle graduatorie stabilite dalle forze politiche), ma con un numero minore di candidati.

riforma-475Le prime reazioni sulla proposta sono abbastanza chiare. Dall’opposizione si è espresso in materia il leader dell’Italia dei Valori Di Pietro: "Magari si facesse, ma temo che con questo governo e questa maggioranza la riforma elettorale non si farà"; "Vedo che ci sono alcune proposte di riforma, mi sembrano solo scuse per non andare a votare più che che una vera espressione della volontà di fare la riforma. Non vorrei che sia una furba giustificazione per realizzare un governo tecnico e non andare alle elezioni".
Anche all’interno della maggioranza non mancano le voci “scettiche”: Reguzzoni, Presidente dei deputati della Lega Nord alla Camera, ha lapidariamente commentato che la riforma elettorale "E' l'ultima cosa che interessa i cittadini".

Di certo l’attuale legge elettorale è denominata “Porcellum” non a caso... ma siamo convinti che sia meglio andare alle urne il prima possibile per iniziare ad affrontare in fretta i reali problemi del paese, in primis il lavoro e l’occupazione. Questa è la priorità, tutto il resto (dalla legge elettorale alla abolizione delle provincie, tutte proposte che stanno proseguendo il loro iter) passa in secondo piano.

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