Dopo vari tentativi non andati a buon fine la Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha approvato il regolamento sull'applicazione della par condicio per i referendum del 12 e 13 giugno.
I punti salienti sono i seguenti (il testo completo è visionabile in questo post):
“In tutte le trasmissioni che, ai sensi e con i limiti del presente provvedimento, operano riferimenti ai temi propri dei referendum, gli spazi sono ripartiti in due parti uguali fra le opposte indicazioni di voto, ovvero fra i favorevoli e i contrari ai relativi quesiti, includendo fra questi ultimi anche coloro che si esprimono per l'astensione o per la non partecipazione al voto.” Sottolineiamo come sia stato fortunatamente bocciato un emendamento che prevedeva la ripartizione degli spazi in 3 parti uguali (favorevoli, contrari e sostenitori del non voto). Se questo emendamento fosse stato accolto gli spazi pro-referendum sarebbero stati ridotti ad 1/3 del totale.
“A decorrere dal 16 maggio 2011, la RAI cura l'illustrazione dei quesiti referendari e informa sulle modalità di votazione, ivi comprese le speciali modalità di voto previste per gli elettori che non hanno accesso ai seggi elettorali, sulla data e gli orari della consultazione; i programmi sono trasmessi anche nella lingua dei segni, fruibile alle persone non udenti, e sono organizzati in modo da evitare confusione con quelli riferiti ad altre elezioni.” Questo articolo implica (purtroppo) che il silenzio sul referendum in RAI continuerà fino al 15 maggio.
“La Direzione di RAI Parlamento, a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione del presente provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale, predispone e trasmette in rete nazionale un ciclo di Tribune riservate ai temi dei referendum, televisive e radiofoniche, privilegiando il contraddittorio tra le diverse intenzioni di voto…” Le tribune referendarie inizieranno non prima del 19 maggio.
“I programmi di cui al presente articolo sono trasmessi su tutte le reti generaliste diffuse in ambito nazionale, televisive e radiofoniche, nelle fasce orarie di maggiore ascolto, preferibilmente prima o dopo i principali notiziari. Quelle trasmesse per radio possono avere le particolarità che la specificità del mezzo rende necessarie o opportune, ma devono comunque conformarsi quanto più possibile alle trasmissioni televisive.”
Il Presidente della commissione Zavoli ha tenuto a precisare che “con riferimento ad alcuni articoli di giornale che sostengono come egli abbia ceduto ad un ricatto, ricorda la decisione unanime assunta il 20 aprile il sede di Ufficio di Presidenza circa la priorità da garantire all'esame della delibera in materia di referendum, con la convocazione di tutte le sedute necessarie, rispetto all'Atto di indirizzo sul pluralismo, il cui esame sarebbe ripreso subito dopo, nella prima seduta utile. Ringrazia quindi i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato per i loro interventi a favore di un'intesa, confermando che nei giorni dal 17 al 19 maggio la Commissione procederà all'esame e all'approvazione dell'Atto di indirizzo in materia di pluralismo.”
In merito vogliamo ricordare come l’Atto di indirizzo sul pluralismo possa portare notevoli sconvolgimenti nel modo di gestire l’informazione politica in RAI e, per approfondire il tema, vi rimandiamo a questo nostro precedente articolo.
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