venerdì 6 maggio 2011

Referendum: anche l’acqua a rischio

Dopo l’approvazione del decreto legge "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo" approvato ieri dalle commissioni riunite Bilancio e Cultura che, a nostro avviso, cancella le basi del referendum sul nucleare come abbiamo riportato in questo articolo, il Governo ha approvato il Decreto legge in materia di “Misure urgenti per lo sviluppo” il quale, tra le altre cose, prevede la norma sull’Autorità per l’acqua.

Il ministro dell’ambiente Prestigiacomo ha dichiarato che "L'organismo sarà autonomo, di nomina parlamentare con maggioranza qualificata dei 2/3, e raccoglierà ampliandola e perfezionandola l'eredità della Commissione "Conviri" che finora ha ben operato presso il Ministero dell'Ambiente".

Questo organismo avrà il compito di vigilare sulle risorse idriche e di effettuare opera di regolazione, anche tariffaria, delle medesime. Il ministro ha poi aggiunto che, in questo modo, "Ci saranno più garanzie per cittadini e per l'ambiente, più poteri regolatori sulle tariffe e sanzionatori per perseguire ogni possibile abuso”.

In base a quanto previsto in quest’ultimo decreto legge è possibile che ci siano delle ripercussioni sui referendum sull’acqua? Teoricamente no, visto che i due quesiti riguardano uno la privatizzazione dei soggetti gestori delle risorse idriche ed uno la possibilità che i prezzi vengano influenzati dal capitale investito. La norma, infatti, non cancella l’art. 23 bis  della Legge n. 133 del 6 agosto 2008 che prevede l’affidamento del servizio idrico a soggetti privati scelti tramite procedura di gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato e non modifica neanche la sostanza del secondo quesito referendario sull’acqua che prevede l’abrogazione del comma 1 dell’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 (articolo che prevede che il gestore del servizio idrico possa definire il prezzo del servizio anche in base a quanto egli ha investito nello stesso). Maggiori dettagli in merito saranno comunque disponibili nel momento in cui il testo del decreto approvato ieri sarà disponibile.

Rimane molto curioso l’atteggiamento del Governo che sta battendo tutte le strade, siano esse inerenti la normazione, siano esse inerenti l’informazione (basti vedere quanto abbiamo scritto sulla questione Referendum e RAI) per “boicottare” i referendum. A tal proposito ci chiediamo da cosa derivino queste ultime proposte normative… se da una effettiva convinzione sostanziale (e allora ci chiediamo come mai non si sia seguita tale linea politica già in precedenza invece di aver posto in essere normative totalmente contrarie) o se da una mera questione di opportunità legata al referendum di cui si parla di meno: quello sul legittimo impedimento.

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