Durante l’odierna conferenza stampa, il Presidente del consiglio Berlusconi ha dichiarato che ''E' inconcepibile non modificare il numero dei parlamentari. E' una cosa assolutamente da fare''.
Riapre in questo modo un tema già affrontato in passato inerente la riduzione del numero di parlamentari che compongono attualmente Camera e Senato della Repubblica (rispettivamente 630 e 315 componenti, per un totale di 945). Emerge però in maniera molto chiara una certa “contraddictio”, infatti la dichiarazione si inserisce in un contesto che si muove nella direzione opposta.
Nella stessa conferenza stampa il Premier ha infatti annunciato la nomina di 9 nuovi sottosegretari:
- al Ministero delle infrastrutture e trasporti: on. Aurelio Salvatore MISITI;
- al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali: on.Roberto ROSSO;
- al Ministero del lavoro e politiche sociali: on.Luca BELLOTTI;
- al Ministero dello sviluppo economico: on. Daniela MELCHIORRE e on. Catia POLIDORI;
- al Ministero dell’economia e finanze: on. Bruno CESARIO e sen. Antonio GENTILE:
- al Ministero dell’ambiente: on. Giampiero CATONE;
- al Ministero per i beni e le attività culturali: sen. Riccardo VILLARI.
e la ferma intenzione di non fermarsi a questi nomi, infatti lo stesso Berlusconi ha dichiarato ''Pensiamo a una decina di nuovi sottosegretari. In questo modo tanti parlamentari potranno trovare soddisfazione''. Su questo aspetto non abbiamo dubbi, in quanto ci sembra sempre più chiaro come al governo stia molto più a cuore la “soddisfazione” dei propri parlamentari (in special modo il gruppo “responsabile” che ha permesso al premier di rimanere in sella) piuttosto che quella dei cittadini.
''Stiamo facendo i conti, non possiamo non incrementare il numero dei componenti del governo. Stiamo pensando a un ddl apposito'' dichiara, inoltre, il presidente del consiglio. A fronte dei grossi problemi che deve affrontare il nostro Paese in questi tempi, in primis l’emergenza lavoro siamo profondamente convinti che siano assolutamente altre le cose che il Governo “non può non fare”.
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