A poco più di un mese dalla consultazione referendaria sono iniziati gli spot televisivi e radiofonici sui referendum.
L’attesa è stata lunga e costellata di polemiche: impedire l’informazione ai cittadini per motivazioni che è difficile attribuire a cause diverse dalla becera opportunità politica ci è sembrata una delle pagine più inqualificabili nel panorama informativo italiano; è anche per questo che la libertà di stampa in Italia è valutata in maniera non proprio lusinghiera da Reporter Senza Frontiere.
Gli spot che abbiamo avuto modo di seguire, per lo più radiofonici, sono molto esaustivi: oltre a spiegare in modo molto chiaro le modalità di voto e gli adempimenti necessari per potersi recare regolarmente alle urne, descrivono in maniera molto accessibile il tema e lo specifico di ciascun quesito su cui gli elettori devono esprimersi.
Al momento non abbiamo ancora visto su Televideo Rai le pagine relative alla guida al voto sul referendum. Sul sito del TG1 è presente una pagina molto sommaria sul tema.
Ora ci auguriamo che la macchina informativa non si arresti, questo ovviamente a prescindere da quanto verrà stabilito in merito alla sussistenza dei requisiti di ammissibilità del referendum (cosa che ci auguriamo vivamente e di cui abbiam parlato in articoli precedenti). Fino ad oggi la parte del leone per quanto riguarda la comunicazione sul referendum l’hanno fatta gli organizzatori, con innumerevoli azioni informative, ed il web con articoli, blog, centinaia di pagine sui social network e cinguettii su twitter. La maggioranza degli italiani, purtroppo, ancora ignora le tematiche dei referendum e gran parte ignora addirittura l’esistenza degli stessi; per questo è opportuno che tutti coloro i quali credono nell’autodeterminazione dei popoli aiutino ad informare, nei limiti di quanto possibile, più persone possibili sull’esistenza dei referendum e sull’importanza dei temi affrontati.
Senza voler in nessun modo polemizzare vorremmo che lo spazio mediatico che viene dedicato agli attacchi al sistema giuridico italiano (col solo intendo di delegittimarlo) venisse attribuito a tematiche che vanno effettivamente ad avere conseguenze nella vita di tutti i giorni dei cittadini comuni.
Gli interessi della collettività sono e devono sempre essere prioritari e non si può manifestare un opinione se non si è informati… ma come è possibile essere informati se i media più seguiti dalla stragrande maggioranza degli italiani attuano (o sono costretti ad attuare) queste forme di oscurantismo?
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