Da poco è stato reso noto l’ordine del giorno della seduta del 17 maggio 2011 della Camera dei Deputati.
L’ordine del giorno della 473ma seduta pubblica dell’Assemblea prevede al punto numero uno la “Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali): Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo (Approvato dal Senato)”
Si avrà, quindi, mercoledì prossimo l’inizio dell’iter inerente l’esame del disegno di legge che molto probabilmente segnerà il destino del referendum, sempre che l’esame termini in tempo utile per estrinsecare i propri effetti (cosa della quale non abbiamo molti dubbi). Di tale disegno di legge abbiamo abbondantemente parlato nel nostro precedente articolo seguente l’approvazione del ddl in commissione alla Camera avvenuto il 5 maggio e ricordiamo in proposito come tutte le richieste abrogative e modificative previste nel referendum sul nucleare siano state accolte.
La discussione assembleare al senato è iniziata il 12 aprile 2011 e si è conclusa il 20 aprile 2011 con l’approvazione del disegno di legge. Se non interverranno modifiche al ddl durante l’esame alla Camera (che comporterebbero un rinvio al Senato per un ulteriore esame) esso sarà definitivamente approvato.
Da un lato il risultato che si otterrebbe dall’approvazione del disegno di legge è lo stesso che deriverebbe dal successo del referendum sul nucleare. A questo punto viene spontaneo chiedersi perchè il governo abbia agito in tal modo, smentendo nei fatti la propria linea politica sull’energia prevista nel programma di governo (anche se il programma di governo è volutamente generico, al punto 1.2.5 parla di “partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione”) e, soprattutto, effettuando una così brusca inversione di rotta in così poco tempo visto che le leggi modificate hanno meno di 3 anni e sono stati tra i primi provvedimenti del quarto governo Berlusconi e, nell’arco di pochi giorni si è passati da una possibile moratoria di un anno sull’onda emotiva della catastrofe nucleare giapponese, all’accoglimento totale delle richieste referendarie.
Forse alcuni sondaggi, sconosciuti ai cittadini, hanno destato qualche preoccupazione in qualcuno?
Forse per qualcuno è LEGITTIMO IMPEDIRE al popolo di esprimersi?
Forse non fa sempre comodo appellarsi alla volontà popolare per giustificare le proprie azioni?
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