La situazione è ormai chiara: a scrutini praticamente ultimati ovunque emerge chiaramente ciò che da lungo tempo sta covando sotto le ceneri dell’indifferenza: il popolo sovrano non crede più alle telepromozioni, in special modo quelle che riguardano la politica.
La sinistra sta riacquistando peso e convinzione nel panorama politico italiano. Ma questo non accade ovunque e, soprattutto, non accade a caso: sono anni che gli esponenti della sinistra italiana predicano l’unità, ma al momento di mettere in pratica i buoni intenti si sono sempre, o quasi, scontrati con un particolarismo che ha nuociuto a tutti, anche al Paese; se uniamo a questo aspetto l’atavica tendenza ad essere poco avvezzi alle strategie di comunicazione, troviamo una chiave di lettura abbastanza costante nella storia politica italiana degli ultimi 18 anni.
Qualcosa, invece, è cambiato: l’utilizzo del brillante strumento delle primarie ha iniziato un percorso di maggiore partecipazione che inizia a dare i suoi frutti, certo, in qualche caso ha provocato dei problemi (vedasi Napoli), ma si è intrapresa una strada che reputiamo vincente: coinvolgere in maniera sempre maggiore i cittadini nelle scelte politiche. L’elettore potenziale della sinistra ha bisogno di sentirsi coinvolto, fatica a “digerire” le scelte che gli piombano dall’alto: prova ne è la grande partecipazione popolare che hanno visto le primarie di qualche mese fa… e, secondo in ordine ma non di importanza, la sinistra ha ritrovato la forza e la lucidità per parlare direttamente alla gente, partecipando con i cittadini, diventando parte di un tutto. Questo è il secondo punto che è mancato negli ultimi anni: il contatto diretto con la gente, per parlare loro ma, soprattutto, per ascoltare. I programmi elettorali si fanno ascoltando la gente, è finito il tempo in cui basta promettere di eliminare una tassa per ottenere milioni di voti (anche perchè hanno ormai capito tutti che le tasse molto difficilmente si “distruggono” ma molto più spesso si “trasformano”); è finito il tempo in cui la strategia elettorale vincente consisteva nel cavalcare le paure del popolo: le proposte nascono dalla serenità, e dalla serenità nascono le soluzioni migliori per scacciare quelle stesse paure.
La strada è ancora lunga, l’Italia ha bisogno di rientrare nella normalità; ha bisogno di persone serie che si occupino veramente della cosa pubblica, ormai siamo stanchi dei soggetti che guardano solo con avidità al proprio tornaconto. Per questo ci auguriamo che sempre più persone cerchino costantemente l’informazione, perchè solo chi è informato può sfuggire alle lusinghe degli imbonitori…. e il referendum è un’occasione da non perdere per gridare al cielo che il popolo italiano è desideroso ed è capace di decidere e di scegliere la strada migliore.
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