giovedì 24 gennaio 2013

Un ricordo per Guido Rossa a 34 anni dalla morte

Non faceva molto freddo quel mattino a Genova... una leggera brezza agitava il mare, le foglie e le anime dei camalli che si preparano per andare al lavoro.
Sono le 6.35 di un mercoledì qualsiasi... un giorno di lavoro, un giorno di fatica all'Italsider di Genova così come in mille altri posti. Guido esce di casa come sempre, con l'animo sereno del lavoratore onesto e del compagno deciso... ma non varcherà un'altra volta quella soglia.
Poco distante dalla sua casa sono in tre ad attenderlo... non tutti vogliono la stessa cosa, ma il destino di Guido non cambia.
Da qualche tempo aveva rinunciato alla scorta, un gruppo di volenterosi operai che il sindacato aveva messo a sua disposizione a seguito della denuncia di Guido di un brigatista infiltrato nella sede genovese dell'Italsider; forse pensava di non averne bisogno... forse pensava che un sindacalista della CGIL, da tempo fedele iscritto al Partito Comunista Italiano non dovesse temere, anche se ormai da un anno, dopo il brutto affare Moro, il sindacato ed il PCI avevano preso le distanze dalla lotta politica extraparlamentare invitando gli iscritti a vigilare contro il terrorismo.

Forse quei tre dentro il furgone vogliono solo dargli una lezione... che sia da monito e da esempio... una prova di forza che non deve necessariamente avere come prezzo una vita...

In due gli sparano alle gambe: Guido ha tempo di pensare e di capire... e di certo ha anche il tempo di sperare, ma uno non la pensa così... "le spie devono pagare con la vita" è l'unico suo pensiero. Torna indietro e dalle gambe sale al cuore... un unico colpo e Guido si spegne sulla sua FIAT 850 che stà diventando sempre più rossa.... Rossa come il cognome di Guido.



Guido Rossa morì il 24 gennaio 1979, 
ucciso da un commando BR
composto da  Riccardo Dura, 
Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi.

Dopo i funerali il Presidente Pertini chiede di incontrare gli scaricatori del porto di Genova... era stato avvisato che in quell’ambiente vi erano simpatizzanti delle BR, ma proprio per quello li voleva incontrare. Il Presidente entrò in un grande garage pieno di gente, “saltò letteralmente sulla pedana” e con voce ferma disse: “Non vi parla il Presidente della Repubblica, vi parla il compagno Pertini. Io le Brigate Rosse le ho conosciute: hanno combattuto con me contro i fascisti, non contro i democratici. Vergogna!”.

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