Alla votazione odierna alla Camera dei Deputati erano 606 i presenti: con 313 voti a favore, 291 contrari e 2 astenuti, la Camera ha votato la fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante Disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo.
Sintomatico come, durante le dichiarazioni di voto, nessun membro del governo sia presente in aula per partecipare al dibattito. Anche da questo emerge chiaramente come il governo reputi il Parlamento non il luogo deputato a discutere per il bene del paese, ma come un ostacolo ai propri propositi.
A questo punto si attendono i riflessi che tale norma comporterà sui referendum: Di Pietro si augura che la Cassazione possa bloccare il provvedimento “che solo per finta sospende la costruzione delle centrali nucleari”.
Oltre a tutte le opinioni contrarie delle opposizioni sia sul ddl che sulla scelta di apporvi la fiducia, anche il WWF ha fatto sentire la propria voce in una nota: «Porre il voto di fiducia sul decreto legge omnibus che contiene lo 'scippo' del referendum sul ritorno del nucleare in Italia - su cui il governo non fa alcun passo indietro - è il tentativo disperato di impedire un confronto approfondito sul futuro energetico dell'Italia in Parlamento e nel Paese». Il WWF non ha mancato di stigmatizzare anche il reiterato silenzio che i media più importanti stanno praticando nei confronti delle prossime consultazioni referendarie.
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