Nonostante gli innumerevoli tentativi di farlo saltare, nonostante la scarsità di informazioni sui canali mediatici canonici, nonostante le date errate comunicate dai TG, nonostante le dichiarazioni di inutilità, incoerenza, pretestuosità e chi più ne ha più ne metta.... il quorum è stato raggiunto!
Le buone avvisaglie già si sono sentite domenica mattina, con la percentuale di votanti già sopra all'11%, e da quel momento in avanti è stata una trionfante cavalcata verso quel quorum che non si raggiungeva dal 1995.
Oltre il 57% è il dato conclusivo, con l'importante "ciliegina" rappresentata dal raggiungimento del quorum in tutte le regioni italiane. Il messaggio è forte e parte da tutta Italia: ci siamo rotti di veder soffocata la nostra voce, è ora di gridare forte le nostre opinioni, soprattutto quando queste sono scomode per chi ci governa.
I pidiellini stanno già iniziando a sminuire il risultato... è ovvio, visto che i risultati sono un ulteriore schiaffo alla politica di questo governo (politiche energetiche e giustizia sono argomenti forti ed è forte il messaggio degli italiani: "quello che state facendo non ci sta bene!"). Lungi da noi l'idea di strumentalizzare il nobile istituto referendario, ma è inevitabile che la pronuncia del popolo sovrano abbia una valenza politica ed ancora più forte è il messaggio congiunto elezioni amministrative + referendum.
Ovviamente il governo non si farà da parte, nell'Italia del berlusconismo la dignità delle dimissioni non esiste... e prepariamoci ad altri colpi di teatro da parte di questa maggioranza minoritaria senza farci incantare da altre promesse da marinaio che non faranno altro che spingerci nel baratro (chi crede nella riduzione delle tasse e nella riforma fiscale favorevole al cittadino o è un utopista o è uno che punta alla sciagura del Paese).
La vittoria oggi sta tutta in un popolo che vuole riprendersi in mano il suo destino, stufo delle urla, delle promesse che durano il tempo di un respiro, degli editoriali di Libero che sprigionano sciocca sfiducia nelle capacità intellettive di noi Italiani.
A 150 anni dall'Unità d'Italia riuniamoci in nome del popolo e cacciamo chi ha trasformato in aceto il nostro buon vino.
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