Continua l’agonia del governo, che, dopo le recenti sconfitte elettorali, i sotterfugi per bloccare la libertà di voto dei cittadini sul referendum, le deliranti proposte sullo spostamento al nord di alcuni ministeri, inizia a raccogliere i frutti di quanto ha seminato:
Governo e Maggioranza sono stati sonoramente battuti al Senato (fino ad oggi considerato il ramo del parlamento meno “problematico” per il governo) su un emendamento al decreto legge anticorruzione.
L'emendamento era interamente sostitutivo del primo articolo del decreto e prevedeva l'istituzione di un comitato di coordinamento anti corruzione presieduto dal presidente del Consiglio. Il presidente di turno, Domenico Nania, ha sospeso la seduta. Alla ripresa la maggioranza è andata di nuovo sotto su un altro emendamento.
Il governo, a seguito di questa ennesima débâcle ha deciso, alla riapertura pomeridiana della seduta, di presentare un emendamento per l'introduzione di un articolo aggiuntivo sul coordinamento anticorruzione, dopo la cancellazione dell'articolo 1 che affidava, appunto, questo organismo direttamente alla presidenza del Consiglio.
Le opposizioni insorgono, in quanto chiedevano opportunamente il rinvio del provvedimento in commissione per la riformulazione dell'articolo 1. In questo modo emerge evidente come il governo non intenda accettare il voto dell’aula e procedere per la propria strada. La soluzione posta in essere dal governo in merito consiste nel fatto che l'Aula riprenderà da domani l'esame degli emendamenti e dall'art.2 in avanti. Contemporaneamente l'emendamento del governo aggiuntivo all'art.1 sarà discusso in commissione.
Ovviamente la maggioranza ha accusato l’opposizione di strumentalizzare l’accaduto, senza considerare che si tratta di un ennesimo fatto chiaro: i numeri della maggioranza sono sempre più volatili e legati agli umori dei suoi componenti.
''Il governo tragga le conseguenze, la maggioranza è senza più prospettive” ha commentato il segretario del Partito Democratico Bersani; mentre per il capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario, "il governo è stato battuto perché ormai è sotto la tenda ad ossigeno e la maggioranza gli sta togliendo quella poca aria che gli è rimasta. La caduta dell'articolo 1 del ddl governativo anticorruzione certifica che siamo ai titoli di coda della legislatura".
Da notare, inoltre, come durante i lavori dell'Aula, il Senato abbia approvato l'emendamento ''a prima firma Poli Bortone e Viespoli che obbliga coloro che occupano cariche pubbliche o assumono pubblici impieghi di giurare fedeltà alla Costituzione italiana". L'emendamento sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari ha trovato il voto contrario della Lega Nord.
La replica dell’esponente IdV Pardi non è tardata ad arrivare: “Eppure i ministri della Lega sulla Costituzione hanno giurato, gli impiegati invece non possono secondo loro farlo: evidentemente le poltrone ministeriali valgono più dei principi generali". Come è possibile non essere d’accordo?
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